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IL ROMANISTA A Cagliari possibili porte chiuse

Sant'Elia

(D.Galli) – Con il Cagliari si potrebbe giocare a porte chiuse. Anzi, attualmente è quasi una certezza. Raccogliendo le proteste dei sindacati e delle associazioni di polizia, la Commissione di vigilanza ha negato l’agibilità, anche parziale, all’Is Arenas, lo stadio che già dalla seconda parte della passata stagione ospita le partite in casa del Cagliari. Ieri c’era chi in Sardegna ventilava la possibilità di giocare a Trieste. Ma è un’ipotesi che la Roma per ora scarta. Facciamo un passo indietro. Sono giorni che il Siap di Cagliari, acronimo di Sindacato Italiano Appartenenti Polizia, avverte: non ci sono le condizioni di sicurezza necessarie per far giocare il Cagliari all’Is Arenas, che è un cantiere aperto.

«Esprimiamo – erano state le parole del segretario Massimo Zucconi Martelli – fortissime perplessità e preoccupazioni per la situazione dello stadio ubicato in pieno centro urbano a Quartu e che non ha, a tutt’oggi, le più elementari norme di sicurezza previste dalle normative in materia e che espone le forze dell’ordine e i cittadini a rischi elevati in caso di scontri con facinorosi». E il Siap non è stato solo in questa battaglia. Anche l’Associazione funzionari di polizia ha denunciato giorni fa una situazione al limte, vicina al collasso. «Per CagliariAtalanta – spiegava l’Associazione – gli agenti hanno rischiato. Sono stati utilizzati per sopperire alle carenze organizzative, decisionali e strutturali di altri soggetti e alle precarie condizioni dell’impianto. Con l’Atalanta si è giocato tra le macerie. Per giocare in A serve buon senso e uno stadio agibile».

Appello raccolto. Nella nota diffusa in tarda serata dalla Prefettura di Cagliari, si legge: «La Commissione ha espresso un parere di non conformità al progetto, mancando alcuni elementi di rilievo per la sicurezza e la tutela della pubblica incolumità che riguardano in particolare gli impianti antincendio, le strutture in cemento armato e in metallo e la sicurezza delle aree esterne». Il Comune di Quartu Sant’Elena aveva prospettato anche la possibilità di utilizzare solo una parte dello stadio (12.500 posti, contro i 16.000 originari). Niente da fare. «Nel rivelare la carenza della documentazione prodotta a seguito di tale richiesta, la Commissione ha espresso la valutazione che sussistono, anche per l’ipotesi di parziale utilizzo dell’impianto, i medesimi ostacoli già rilevati per lo stadio nel suo complesso. Allo stato attuale quindi la struttura non potrà essere aperta al pubblico, non avendo la necessaria agibilità».

E c’è anche spazio per un’accusa alla società di Cellino: «In tale contesto, determinando la vendita dei biglietti per la partita Cagliari-Roma un’aspettativa che non potrà avere seguito, il Prefetto ribadisce l’invito alla società del Cagliari ad astenersi dal proseguire nell’iniziativa di vendita». La Roma ha fatto finora da mera spettatrice. Non è compito suo organizzare l’incontro. A Trigoria attendevano indicazioni per la vendita del settore ospiti. Ma ieri non si è fatto vivo nessuno. Per ragioni organizzative, la Roma esclude la pista Trieste. La soluzione più logica, in una situazione che di logico ha ben poco, potrebbe essere la disputa dell’incontro a porte chiuse.

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