(C.Zucchelli) – Ieri 24 ore di riposo, trascorse a Roma dove è arrivato in mattinata dopo aver passato la notte a Coverciano, rientrato insieme ai compagni da Sofia. Oggi gli esami strumentali al Campus Biomedico di Trigoria (a meno che, visto il giorno di festa, non slitti tutto a domani) che stabiliranno l’entità della presunta lesione alla coscia destra e stabiliranno, soprattutto, quanto Daniele De Rossi dovrà restare fermo. […]
Ha giocato per qualche minuto, poi è uscito e si è accomodato in panchina dove gli hanno subito bendato il muscolo. Inizialmente sembrava soltanto una contrattura, ma a Trigoria si teme qualcosa di più serio, tanto che il responsabile dello staff medico, Gemignani, ha detto: «Siamo un po’ preoccupati». Un eventuale stiramento confermato dagli esami costringerebbe De Rossi a uno stop compreso tra le due e le tre settimane e lo metterebbe a forte rischio per il big match di campionato in programma il 29 settembre a Torino contro la Juventus. L’obiettivo però è proprio quello: esserci per la partita più importante di questo scorcio di stagione, proprio come vuole fare Federico Balzaretti. Di certo Daniele non ci sarà domenica prossima all’Olimpico col Bologna, gara in cui Zeman dovrà fare a meno anche degli altri infortunati Balzaretti, Bradley (due che, come il numero 16, non hanno fatto il ritiro di Riscone, visto che l’ex Palermo è andato solo a Irdning e lo statunitense ha raggiunto l’Alto Adige soltanto negli ultimi due giorni) e Dodò, oltre allo squalificato Osvaldo. Subito dopo l’infortunio, in città si è scatenata una sorta di caccia al colpevole: sul banco degli imputati, a turno, il giocatore («troppo generoso, stava già male e doveva dire no a Prandelli»), l’Italia («come hanno potuto rischiarlo?») e anche la Roma stessa, che avrebbe dovuto impedire a Daniele «di andare a Coverciano visto che si era fatto male a Milano».
Un rimando di responsabilità a cui i soggetti chiamati in causa non intendono partecipare: De Rossi non ha parlato e non c’è neanche bisogno di spiegare quanto sia attaccato alla maglia dell’Italia. Non solo: non avvertiva più dolore al piede e l’infortunio di sabato sera, di tipo muscolare e non traumatico, non è ricollegabile a quello precedente. Semmai lo sarebbe stato se si fosse fatto male alla gamba opposta, cioè quella sinistra, perché avrebbe significato che, per non sforzare la destra infortunata, stava caricando su quell’altra. E invece no, niente di tutto questo. La pensa così anche lo staff azzurro – Prandelli e Castellacci hanno ribadito che era in grado di giocare e che non lo avrebbero rischiato se ci fosse stato il rischio di un problema più serio – e la pensano così anche a Trigoria dove, tanto per fare un esempio, non c’è quel malumore che ha accompagnato l’infortunio di Pjanic la scorsa stagione dopo Bosnia-Brasile[…]