(P.A.Coletti) – C’è Cesare Prandelli nel destino di Pablo Daniel Osvaldo. Una storia di esordi, rovesciate e gol memorabili. Come due amanti si sono presi, lasciati e finalmente (forse anche definitivamente) ritrovati. «Il mister mi ha sempre dimostrato la sua stima» ha detto ieri Osvaldo nella sala stampa di Coverciano. Due giorni prima Prandelli aveva detto di lui: «Non è cambiato nulla dal punto di vista della considerazione». Stima e considerazione che il ct ha sempre avuto per l’italo-argentino. Il 5 ottobre 2011, giorno della prima convocazione azzurra di Osvaldo, Prandelli aveva fatto la sua dichiarazione d’amore all’attaccante: «Lui può essere un grande punto di riferimento per il futuro. È l’attaccante moderno, con personalità, grande forza fisica e ottime doti tecniche». Il futuro è ora e si chiama Qualificazioni al Mondiale brasiliano del 2014. Prandelli lo ha scelto per guidare l’attacco azzurro, negli ultimi allenamenti lo ha sempre provato al fianco di Giovinco nella formazione titolare. Anche se Osvaldo preferisce non sbilanciarsi: «Non so se a Sofia (domani sera si gioca Bulgaria-Italia, ndr) partirò titolare, questo compete a Prandelli. Se giocherò sarò felice e darò il massimo». Come sempre. Il 29 settembre 2007 l’attuale ct lo fece esordire in Serie A a soli 21 anni con la maglia della Fiorentina, e l’attaccante ripagò la fiducia con una doppietta. Altre due imprese dei viola guidati da Prandelli sono targati Osvaldo. Il numero nove giallorosso siglò il gol della vittoria nel 2-3 storico della Fiorentina in casa della Juventus, i viola non uscivano con i tre punti da Torino da vent’anni. Ma il ricordo più bello che unisce i due è la qualificazione ai preliminari di Champions League conquistata all’ultima giornata del campionato 2007-08 grazie all’1-0 sul Torino deciso da una splendida rovesciata di Osvaldo. In tutto 38 presenze e 6 gol in viola sotto la guida dell’allenatore di Orzinuovi. Poi una dura separazione, con l’italo-argentino spedito al Bologna. Stessa storia in Nazionale.
«L’ho escluso dagli Europei perché nell’ultimo mese e mezzo a Roma l’avevo visto troppo nervoso» la spiegazione di Prandelli alla rinuncia di Osvaldo per la spedizione azzurra in Polonia e Ucraina. Nessun rimorso per l’attaccante che ha capito l’esclusione ed è pronto ad essere assoluto protagonista anche in Nazionale: «Non ho pensato di aver salutato la Nazionale, è chiaro che devo fare bene nella Roma per essere convocato in azzurro, lo scorso anno alla Roma non feci benissimo. Io penso di non aver fatto delle partite all’altezza di un giocatore da Nazionale, non stavo al meglio, quindi è giusto non essere andato agli Europei. Ora però sono felice, non ho mai smesso di pensare alla Nazionale. L’Italia ha disputato un grandissimo torneo, ma in finale ha trovato una squadra molto forte come la Spagna». Umile, forte e, a volte, anche un po’ antipatico agli arbitri. «Non è che sono antipatico – ha risposto Osvaldo da Coverciano -, ma devo lavorare sul comportamento in campo, con alcuni arbitri c’è un dialogo, altri no, forse a volte sono più nervosi di noi. La mia espulsione di domenica? Le immagini parlano da sole, preferisco non parlarne. Comunque questo per me potrebbe essere un anno importante, mi sento addosso la giusta responsabilità e spero di fare bene qui e alla Roma». In giallorosso ha ritrovato Zeman, «ti dà tantissimo, lui pratica un gioco offensivo, mi ha aiutato a cambiare anche caratterialmente», e un nuovo amico come Totti: «Per me Francesco è un grande, prima di tutto come persona. È il giocatore più forte con cui io abbia mai giocato. Vede cose che noi comuni mortali non vediamo». Con un Totti in gran forma e con i gol spettacolari di Osvaldo viene da pensare che questa Roma possa ambire al titolo. «È ancora presto per dire se possiamo lottare per lo scudetto e duellare con la Juventus – chiarisce l’attaccante -, io credo che dopo le prime dieci giornate di campionato potremo saperlo». Osvaldo a Roma ha trovato la serenità, la maturazione tecnica e l’ambizione di spaccare il mondo. E dalla capitale non ha intenzione di andarsene: «Nonostante le tante voci di mercato io ho sempre detto che sto bene a Roma, io volevo rimanere e penso che i giallorossi non mi volessero cedere». Chi invece ha lasciato l’Italia per l’Australia è Alex Del Piero. «Mi dispiace che sia andato via, perché è un grandissimo campione, fa impressione vederlo andare a giocare in un campionato straniero». Lui, Osvaldo, da straniero nato a Buenos Aires ha scelto l’Italia. E il ct dell’Italia ha scelto lui. Per completare la storia con Prandelli manca ancora il primo gol in maglia azzurra, la Bulgaria è avvertita