(C. ZUCCHELLI) – Lunedì ha compiuto 35 anni, cinque giorni dopo Zdenek Zeman gli ha fatto il regalo di compleanno. Più per necessità che per scelta vista l’assenza di centrocampisti. Ma tant’è. Dopo aver partecipato solo al ritiro di Riscone e dopo essere finito ai margini della rosa, anche se si è sempre allenato e bene coi compagni, ieri per Simone Perrotta è arrivata la prima convocazione stagionale. È partito con la squadra per Cagliari, uno dei pochi senatori, insieme a Burdisso e Taddei, di una formazione giovanissima che oggi si troverà a giocare contro una squadra che in trasferta non batte da 17 anni, una vita fa. Trecentotto presenze e quarantasette gol con la Roma, protagonista assoluto dell’epoca Spalletti, campione del Mondo e giocatore sempre utilissimo alla causa, Perrotta ha un contratto in scadenza a giugno rinnovato automaticamente lo scorso anno dopo una manciata di presenze.
Parla tanto, parla sempre, nello spogliatoio si fa sentire eccome ma, pubblicamente, non ha mai fatto polemica. Mai mezza parola fuori posto, anche quando l’esclusione gli è pesata e pure tanto. Sperava di potersi ritagliare il suo spazio anche quest’anno, finora non è stato così. Ha rifiutato un ritorno al Chievo in estate, ha scelto di restare a Roma per poter mettere, quantomeno, la sua esperienza al servizio dei più giovani e così sta facendo. In allenamento dà sempre il massimo, in attesa di un’occasione e in attesa di vedere a giugno cosa succederà. Smettere, continuare in Italia o provare un’esperienza all’estero? Perrotta non ha ancora deciso. Pensa e valuta. Aspetta. Vede cosa succede. Intanto si fa trovare pronto. E intanto oggi sarà in panchina contro la squadra a cui, il 31 ottobre 2004, ha realizzato la sua prima rete con la maglia della Roma.