(P.A.Coletti) – Che Zemanfaccia notizia è cosa nota, ma forse non fino a questo punto. Ieri a lui hanno risposto i due presidenti più importanti del nostro sport, quello del Coni Petrucci, e quello della Figc Abete. Da quando il Boemo è tornato alla Roma non passa giorno in cui il suo nome non compaia su tutti i giornali. Lui, Zeman, è fatto così, se gli si fa una domanda risponde. È onesto, dice quello che pensa. Parole che colpiscono. Ma sono semplicemente il frutto del pensiero di un uomo. Avere uno spessore intellettuale maggiore alla norma, questa la sua colpa? Fatto sta che ogni sua parola è oggetto di polemica. L’ultimo tormentone è stato scatenato dalle dichiarazioni rilasciate dal Boemo a Sette: «Abete non è nemico mio. È nemico del calcio». L’anticipazione ha fatto storcere il naso a molti, tanto da far ritornare Zeman sulle sue stesse parole, precisandole meglio. «Quelle parole lì non le pensavo come sono uscite. Me le rimangio nel senso che continuo a dire che la Federazione in questi anni poteva approfittare delle opportunità per migliorare le cose. Non c’è nulla di personale con Abete». Una precisazione dovuta, fatta anche per tutelare la Roma. Ciò non è bastato per evitare il tam-tam mediatico. Sono di ieri le risposte di Petrucci e dello stesso Abete. Un po’ a sorpresa le parole più distensive sono arrivate dal presidente della Federcalcio. «A una prima riflessione c’è stata un po’ di sorpresa – ha detto Abete a Sky Sport -, ma poi ho capito che era una critica di politica sportiva e non c’era niente di personale, come poi lo stesso Zeman ha precisato. Poi in Federazione ci si arriva candidandosi, gratuitamente». Il presidente però non risparmia una punzecchiata al Boemo: «Zeman è una persona di grande intelligenza, può dare un contributo al mondo del calcio candidandosi e cercando di fare il possibile». Poi ritorna conciliante: «La polemica è il sale del calcio. Zeman è un grande tecnico e si sa. È un grande motivatore e lo testimonia la presenza dei tifosi della Roma allo stadio. Non ci sarebbe nessun motivo per avere una critica personale, del resto ha detto che sarebbe stato a cena con me». Ne avrebbero di cose di cui parlare seduti allo stesso tavolo. Sarebbe ancor più interessante se a loro si unisse anche Gianni Petrucci. Il presidente del Coni ieri è voluto intervenire nella querelle Abete-Zeman. «Frasi dannose per il calcio italiano, le ho trovate infelici – ha detto Petrucci a La Stampa-. Zeman dovrebbe mordersi la lingua? No, abita vicino casa mia, non potrei permettermi. Continui a essere se stesso».Questa “bacchettata” del presidente del Coni, soprattutto se paragonata ai toni distensivi usati da Abete, stona con le parole che lo stesso Petrucci aveva speso per Zeman ad agosto.«Dice cose che tutti pensano, ma pochi hanno il coraggio di dire» il commento del numero uno del Coni alle dichiarazioni del Boemo in merito alla vicenda del calcioscommesse. Nella giornata di ieri sono arrivate anche le parole di Gianluca Vialli che dice di «aver incassato la battuta di Zeman» e ha promesso: «Non voglio più alimentare la polemica. Sarà il campo a parlare».