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IL ROMANISTA Quando la vita è tutta rose e Florenzi

Florenzi esulta dopo il primo gol in Serie A

(V.Meta) – Il giorno prima di espugnare San Siro Alessandro Florenzi è andato a prendere coraggio là dove tutto ha avuto inizio, sul campo A di Trigoria, non ancora “Di Bartolomei” ai tempi in cui ci giocava lui. Insieme a Romagnoli ha guardato la Primavera farne quattro alla Reggina giusto dietro alla panchina di Alberto De Rossi, l’allenatore con cui ha festeggiato lo scudetto un anno e mezzo fa e a cui è legato da uno splendido rapporto. Poi è andato a salutare il papà prima di partire per Milano, lo sguardo un po’ teso mascherato con una risata nervosa, perché se è vero che Zeman è solito comunicare la formazione soltanto a poche ore dalla partita, sulla sua presenza in campo dal primo minuto contro l’Inter c’erano ben pochi dubbi. Al rientro dalla trasferta che potrebbe avergli cambiato la vita, l’ex ragazzino che nei Giovanissimi Nazionali contendeva all’amico Bertolacci un posto in panchina(e spesso perdeva) si può dire che il letto non l’abbia neanche visto, perché dopo essere atterrato a Fiumicino alle due ha avuto giusto il tempo per passare da casa a prendere la borsa della Nazionale e alle otto era di nuovo in aeroporto, destinazione Brindisi e le ultime due partite di qualificazione dell’Under 21.

Un abbraccio al papà Luigi, rimasto a guardare il suo esordio sul divano di casa, lasciando che a seguirlo a Milano fosse soltanto la mamma Luciana e che poche ore prima della partita, accompagnando un amico al supermercato, non aveva resistito alla tentazione di comprare una bottiglia di spumante: «Questo lo mettiamo in fresco, poi comunque vada stasera si brinda». Ex calciatore con un passato nei campionati di Eccellenza e Promozione, Luigi Florenzi nell’ultimo anno ne ha fatti di chilometri per seguire Alessandro, ma una serata come quella di domenica difficilmente l’avrebbe saputa immaginare più bella. E dire che dopo i venti minuti con il Catania non gli ha risparmiato una bonaria tirata d’orecchie per un passaggio sbagliato, quello che gli ha strappato un’esclamazione anche in tribuna, dove Alberto De Rossi, seduto qualche fila più in là, si è voltato per difendere il suo ex capitano.

«Ma poi l’’ho abbracciato, chi se lo sarebbe immaginato che mi avrebbe portato all’Olimpico». A Milano il ventunenne Florenzi si presentava dal primo minuto, lui che fin lì di minuti in serie A non arrivava a metterne insieme trenta e a questo punto – visti i risultati e visto che Bradley ne avrà ancora per diverse settimane – sarà difficile togliergli una maglia da titolare e magari dopo la lunga parentesi con l’Under 21 gli arriverà anche la chiamata della Roma per ridiscutere un contratto in scadenza nel 2014, ma ancora su cifre da Primavera. «Sarà un contratto nuovo, non un ritocco – ha precisato il suo procuratore Alessandro Lucci a Sky -. Abbiamo già parlato con i dirigenti della Roma, parleremo del nuovo contratto forse già a settembre. Florenzi rimarrà alla Roma e si troverà un accordo, il ragazzo è romanista. Spero che rimanga a lungo in giallorosso. Ha i piedi per terra, una grande testa e questa è la cosa più importante». […]

Florenzi ha lavorato in silenzio fino a smentirli tutti, chiudendo la sua prima stagione fra i professionisti con il premio di miglior giocatore del campionato di B insieme a Lorenzo Insigne, arrivato in Nazionale pur non arrivando al metro e settanta: «Ci sono due o tre giovani, come Immobile e Florenzi, su cui mi sento di scommettere – ha detto l’attaccante del Napoli – perché stanno dimostrando anche in Serie A di promettere molto bene». Sbarcato a Brindisi intorno alle dieci, a mezzogiorno Alessandro era ancora sul pullman che doveva portare l’Under 21 a Casarano, dove gli azzurrini di Mangia affronteranno giovedì il Lichtenstein e lunedì prossimo l’Irlanda.

Fortuna che a fargli compagnia c’era un po’ della sua Primavera, da Paolo Frascatore all’inseparabile Federico Viviani, compagno di stanza e di regia nella Roma e che due anni fa rischiò addirittura di esordire in Serie A prima di lui con Montella. Telefono bollente per Florenzi, difficile tenere il conto di chiamate e messaggi. A cominciare da quello del suo allenatore a Crotone, Massimo Drago, subentrato a Menichini (di cui era il vice) a metà della scorsa stagione e che da lui è stato conquistato: «Quando facevo gli allenamenti, dicevo ai ragazzi che alle tre dovevano essere pronti e lui alle due era già in campo a divertirsi – ha detto il tecnico a Gazzettagiallorossa.it -. Alessandro viene da una famiglia umile e fin da piccolo ha vissuto il calcio: essere sempre in questo mondo gli è servito tanto. Quello che mi piace di più di lui è l’umiltà, qualità che hanno in pochi. E poi ha dimostrato di essere prontissimo per la Serie A. Ha dei tempi di inserimento perfetti nelle aree avversarie, e come dice Zeman, ha la stessa efficacia sia in fase difensiva sia in quella offensiva[…]».

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