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IL ROMANISTA «Restiamo calmi e reagiamo»

Burdisso-Stekelenburg

(M.Macedonio) – «C’è innanzitutto da rimanere calmi e sereni» dice saggiamente Fabrizio Grassetti, presidente dell’UTR.«Inutile nascondere l’amarezza e la delusione per il risultato sportivo, ottenuto comunque dopo un primo tempo che ci aveva entusiasmato – sostiene l’avvocato, all’indomani di una sconfitta che indubbiamente brucia. – L’amarezza è dovuta proprio al contrasto che si è creato tra i due tempi, così diversi tra loro. Ci sono ovviamente delle motivazioni per il calo di tensione di determinati giocatori: qualcuno era reduce da infortuni, e qualcuno da partite internazionali. E’ un campanello d’allarme, arrivato per fortuna presto, anche se c’è la convinzione che la vera Roma sia quella vista nel primo tempo e non quella della ripresa. Poi c’è la passione dei tifosi, che fa sì che si passi con facilità dall’euforia forse eccessiva dopo la splendida partita di San Siro, alla disperazione, altrettanto eccessiva, di oggi. Un atteggiamento tipico di tutti i tifosi, e ancor più dei tifosi romanisti. Mi sembra che le analisi fatte da Zeman siano tutte condivisibili: dall’inesperienza legata all’età di alcuni, alla poca concentrazione nel finale, non escludendo gli stessi impegni con le nazionali, che hanno costretto a preparare la partita con pochi uomini e non con tutta la squadra.[…]»

«Una grossa delusione» dice anche Francesco Lotito, presidente dell’AIRC. «Da un po’ di tempo c’è un pubblico importante, come abbiamo visto anche a Roma-Catania o come era capitato lo scorso anno con lo Slovan. Purtroppo, però, in nessuna di queste occasioni abbiamo fatto risultato, ed è un po’ troppo tempo che non si vince all’Olimpico. Un vero peccato. Siamo tutti dispiaciuti, a dir la verità. Io sono dell’idea, ed è anche un concetto di Zeman, che tutte le partite fanno storia a sé e contano i tre punti. Forse ci si è un po’ troppo gasati con la vittoria di Milano. Se si vuole fare un campionato importante e si vogliono raggiungere certi obiettivi non bisogna né buttarsi giù, né esaltarsi troppo. Quello con il Bologna è stato un vero black-out, e non posso negare di essere deluso. Ora però mi aspetto una vittoria, una reazione, perché tutti desideriamo che questa sia un’annata non di transizione, come quella di Luis Enrique, ma un’annata in cui la Roma torni tra le prime del calcio italiano.[…]»

Una panoramica di umori e opinioni che spazia tra i Roma club e non solo. Mauro Penzo, consigliere dell’UTR, si fa in qualche modo interprete di tanti di loro. «Una partita al di là della fantascienza – dice. – Credo che nella casistica del calcio vi siano pochi precedenti del genere. E’ soprattutto il modo in cui è maturata la sconfitta, che lascia l’amaro in bocca. Ovvero, rimanendo del tutto inermi nel finale, sia pure dopo un primo tempo buono. L’errore? Non aver spinto abbastanza per chiudere l’incontro. La squadra è forse troppo giovane. E comunque, trovo sbagliato dare addosso al singolo, come ho sentito fare nei confronti di Piris. Le colpe non sono di uno solo, ma di tutti. E’ tutta la squadra ad aver avuto un calo, non so se psicologico o fisico. Meno che mai si possono dare colpe a Zeman, perché non si è preso gol su palla scoperta in contropiede, ma a difesa schierata. Inspiegabile, se non con lo scotto che si paga quando si cambia per nove undicesimi una squadra. E si hanno in campo tutti ventenni. Sono convinto che con De Rossi, lì dietro, tutto ciò non sarebbe successo».

«La sensazione è indubbiamente di sconcerto» ammette Vittorio Trenta, oggi conduttore, insieme a Guido Zappavigna, di “Lupi nella notte” su Retesport, e un passato da esponente di primo piano del Cucs. «Ciò non toglie – continua – che è giusto guardare avanti, con la speranza che tante situazioni si possano aggiustare al più presto. Capri espiatori? Non serve cercarne. Si è dato addosso a Piris, ma non è giusto. L’errore ci può stare, ma quello che è successo è dovuto a un concatenarsi di errori, che vedono coinvolti tanti. E’ facile prendersela con lui, che è l’ultimo arrivato e il più debole del gruppo. E nel primo tempo, a mio parere, ha anche fatto bene, con più di una bella diagonale. Non è certo mandando via Piris che si vince lo scudetto. Allora, tanto varrebbe[…]»

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