(V.Vercillo) – Due possibilità per il riscatto dell’Olanda. Due gare, il 7 settembre contro la Turchia e l’11 settembre contro l’Ungheria, per cancellare la spenta prestazione nell’Europeo. E a coprire i pali della nazionale ci sarà ancora Maarten Stekelenburg, che dovrà dimostrare ancora una volta il suo valore. Ma con la maglia degli Orange, perché con quella della Roma ha già fatto il suo. «Eravamo venuti per prenderci i tre punti e ci siamo riusciti– ha commentato ieri dal ritiro con la nazionale – con l’Inter è stata una gara aperta, nella quale ci aspettavamo di avere degli spazi».
Con il Catania il portiere ha dato dimostrazione di essere molto affidabile: la parata su Gomez tutto solo, quando i rossazzurri erano già in vantaggio per 1-0, è da portiere vero. Poi di nuovo classe e sicurezza a San Siro: a tu per tu con Milito, esce perfettamente sul pallone e sventa il pericolo. E ancora, quando Sneijder ci prova dal limite dell’area, blocca senza problemi. Il tutto in una gara che avrebbe potuto risvegliare incubi del passato. Era esattamente un anno fa, alla seconda giornata di campionato sempre in casa dell’Inter, quando il portiere olandese ricevette un calcio alla tempia dal brasiliano Lucio. Stekelenburg ha perso i sensi per quasi due minuti, prima di essere trasportato fuori dal campo in barella. «Di quella sera ricordo soltanto le luci dell’ambulanza – aveva dichiarato tempo fa l’estremo difensore – non ho avuto il tempo nemmeno di impaurirmi, per rendermi conto di quanto accaduto ho visto l’impatto in tv». Un mese fuori dal campo, e poi di nuovo a difendere i pali. Sempre e comunque in vantaggio rispetto a Lobont, destinato dai tempi dell’Ajax a seguirlo da secondo.
Oggi Stekelenburg, arrivato a Trigoria la scorsa stagione a fronte di un investimento di 6,5 milioni di euro, è ancora il primo portiere della Roma. Era finito in orbita mercato, più che per le prestazioni, perché il suo è un nome di livello internazionale e all’estero c’erano club interessati. Ma il numero uno giallorosso ha vissuto la lunga estate senza particolari preoccupazioni. Ha atteso con tranquillità gli esiti del mercato e le scelte di Zeman. Dopo un anno di Roma, il suo rapporto con lo spogliatoio è più che buono: Stek fa parte del gruppo, ha cominciato a parlare italiano, ride e scherza un pò con tutti. Ed ha imparato anche a giocare fuori dai pali, lui che oltre a manone rassicuranti possiede anche piedi fatati.[…]