(T.Cagnucci) – Non c’ha dormito. A mezzanotte passata ieri Francesco Totti si domandava ancora come fosse stato possibile perdere all’Olimpico 3-2 col Bologna. Spiegazioni vere e proprio non ce ne sono, anche se al capitano della Roma la situazione è chiara -e chiaro lui ha sempre parlato – così come sono chiari i riferimenti che ha per ripartire, uno in particolare: Zeman. Se Totti è dispiaciuto per la sconfitta della Roma lo è non solo perché è innanzitutto un tifoso della Roma prima che il suo giocatore più forte di sempre, ma lo è nei confronti del suo allenatore. Totti è dispiaciuto per i tifosi e per Sdengo, lo chiama anche lui così.
Ci tiene da morire a tutti e due. Per Sdengo Totti s’è nuovamente reinventato in campo, quasi in un inedito nella storia dei ruoli un trequartisinistra, e quanto e come sia disposto a seguirlo lo si è visto domenica, a Milano, col Catania, a Irdning, a Riscone, cioè dovunque e sempre. Zeman per Totti è la certezza, un grande uomo, un grande allenatore, un uomo di calcio che in questa Roma – soprattutto in questa – ci sta benissimo. Scrivere che fa di più per lui sarebbe sbagliato, visto che ha dato sempre il massimo per chiunque, però un po’ dà il senso del rapporto. Soprattutto oggi, dopo questa sconfitta.
E’ un’affinità elettiva, un legame forte che ha resistito a quindici anni di calcio, ed è l’asse da dove ripartirà la Roma. Zeman conosce bene anche cosa significa Roma e la Roma, (forse il passaggio più bello della controversa intervista a “Sette” è proprio quello in cui lo racconta) e questo per Totti, Totti capitano della Roma, Totti giocatore fenomenototaleassoluto che vuole ancora vincere con la Roma e per la Roma, più che un valore è una garanzia: di futuro. Come lo è Daniele De Rossi. Col Bologna è mancato tanto uno così, uno anche come Osvaldo, che c’ha palle, personalità, tigna. Quelle che ha Burdisso. Questa è la spina dorsale della Roma e da questa bisognerà ripartire.
Domenica col Bologna Totti è stato commovente, ha dato ancora una volta l’esempio, è soprattutto a lui che i compagni di squadra più giovani devono guardare, anche quelli che hanno più talento. Perché quando entri all’Olimpico con la maglia della Roma la maglia della Roma pesa mille chili e quando giochi oltre alla classe devi avere l’anima e il carattere per riuscire a fare bene, anzi a fare meglio. Se Zeman è un riferimento per Totti, Totti lo è anche per Zeman. E su questo si può anche non aggiungere niente. E’ la squadra che deve diventare zemaniana 8come dichiarato dal Boemo), non il suo capitano.
LA SOCIETA’ Piena fiducia in tutti, anche in Piris messo sul banco degli imputati da critica e addetti ai lavori. Ieri Badini e Sabatini hanno rivisto la partita, le certezze non vacillano, la convinzione è quella di avere una squadra forte e un grande allenatore. Su Zeman nemmeno è corretto scrivere qualcosa, sarebbe già un errore parlare di fiducia: significherebbe essersi posti il problema se rinnovargliela o meno. Zeman è al centro di questa Roma. Lui e Totti. Il giorno dopo la grande delusione ci sono queste due certezze. Se ci pensate non è poco. E anche se non ci pensate.