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IL TEMPO Lo Zeman che non t’aspetti

Zeman

(A.Austini) Soddisfatto dalla prestazione di una Roma scarica, sfiduciata, decisamente «non zemaniana».

Eppure il tecnico descrive un bicchiere mezzo pieno dopo il pari con la Sampdoria, forse per non mettere ulteriore pressione sulla squadra in vista del terribile esame di sabato sera in casa della Juventus. «Da allenatore della Roma – dice a fine partita – sono contento della gara fatta dai miei, ho visto tanta voglia e non ho nulla da rimproverare ai ragazzi anche se ovviamente mi aspettavo di vincere. Abbiamo provato a farlo, volevamo regalare la prima vittoria in casa ai tifosi, ma abbiamo sbagliato il modo: troppi lanci lunghi sull’1-1 senza dimenticare che il pareggio è arrivato per un infortunio del portiere. Nel primo tempo da parte nostra c’era un certo raziocinio e abbiamo sbagliato diversi gol. Poi dovevamo cercare di far girare palla per trovare gli spazi visto che erano in dieci e invece si è cercata troppo spesso la palla lunga».

Gli chiedono se crede davvero in quello che dice e il boemo contrattacca. «In tutto avremo tirato venti volte e creato 8-10 occasioni, cosa dovevamo fare di più? Se non vi fidate leggetevi le statistiche della partita». Il dilemma aleggia nell’aria e la domanda arriva: questa è una Roma zemaniana? «Ma che significa? Da tre mesi sono io l’allenatore – ribatte Sdengo – non qualcun altro. Il mio calcio si può fare da subito, ma non è certo quello del secondo tempo con i lanci lunghi. Questa squadra ha talento e io ci credo tanto». Zeman torna più «riconoscibile» al momento di analizzare l’azione del pareggio. «C’era un fallo su Marquinho, mi dicono anche un fuorigioco segnalato per sbaglio su Destro».

Gli arbitri restano nel mirino del boemo, come la Juventus. «È calcio e si gioca ma se gli juventini ce l’hanno con me – attacca il boemo – dovrebbero avercela con tutti i pubblici ministeri». Più sereno quando deve parlare della squadra bianconera in campo. «Finora ha fatto molto bene, a Firenze ha sofferto ma come spirito ha sempre qualcosa più degli altri. Ci proveremo a fermarli, non sono un indovino, spero di fare una buona partita e creare problemi alla Juve». Poi il boemo difende i singoli. «Stekelenburg ha sbagliato una palla, è successo anche ai più bravi: purtroppo se succede sull’1-0 lo paghi. Per ora il ragazzo sta bene e mi auguro ci aiuti nella prossima partita». Su Destro è ancora più convinto. «Ha avuto quattro occasioni per fare gol, se li segnava era un fenomeno, ora invece si dice che è in difficoltà. A me ha soddisfatto, spero che in futuro riesca a trasformare le occasioni. Taddei? Ha fatto una partita ottima, molto attenta, ha aiutato in tutte e due le fasi. Non ho fatto altri cambi perché nessuno era in debito d’ossigeno».

Il finale è lo stucchevole seguito della polemica con Ferrara. I due tecnici non si sono incrociati, volutamente a quanto pare. E ognuno dà la colpa all’altro. «Di solito si va a salutare chi è più anziano ma non è successo» racconta Zeman. «A me hanno insegnato che quando arriva un ospite vado a salutare per primo. Casa mia è Marassi… Se fosse venuto l’avrei salutato perché l’educazione viene prima di tutto. Ma per me finisce qui» la replica di Ferrara. Appuntamento a Genova.

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