(M. Pinci) – La casa è stregata. L’incantesimo è più forte anche di un compleanno speciale festeggiato in maniera speciale. La Roma sbatte ancora contro il tabù Olimpico, dove non vince ormai da quasi sei mesi: basta una Sampdoria in dieci uomini per tutta la ripresa — dopo l’espulsione per doppio giallo di Maresca — a fermare i giallorossi. Incapaci di “violare” il proprio campo addirittura dall’11 aprile scorso. Sembrava una serata da ricordare quando, al 35’ del primo tempo, Totti raccoglieva un tiraccio di Florenzi al termine di un lungo assedio alla porta di Romero, per battere il centunesimo portiere della sua carriera e mettere il pollice tra le labbra festeggiando il gol numero 216 in serie A. Terzo bomber di ogni tempo, come Altafini e Meazza. Un traguardo storico a poche ore dal trentaseiesimo compleanno, che festeggerà oggi. A rovinargli la festa in campo, invece, il personalissimo contributo di Stekelenburg alla galleria degli orrori di questo campionato. Dopo Piris con il Bologna, provvidenzialmente lasciato in panchina ieri, tocca all’olandesone dai guanti saponati complicare la vita di Zeman, lasciandosi scivolare dalle mani un morbido cross di Berardi, trasformandolo in comodo assist per il pareggio di Munari.
LA REPUBBLICA La Roma non sa vincere. Totti fa, Stekelenburg disfa
Già dal primo tempo i due allenatori sembrano impegnatissimi a non tradire il proprio bagaglio genetico: la Roma di Zeman proiettata costantemente nella metà campo avversaria, la Samp dell’ex difensore Ferrara concentrata soprattutto per contenere. Perché il gioco giallorosso deborda sulle corsie laterali dove Balzaretti e Taddei costringono alle corde i laterali blucerchiati. Ma la mole di palloni scaraventati in area di rigore sbatte ripetutamente contro l’appannatissima mira di Mattia Destro, terminale svogliato del gioco romanista. Sarà l’ansia del primo gol romanista — atteso ancora inutilmente dopo tre gare così così — sarà
la pressione di non dover far rimpiangere Osvaldo, il miglior goleador di un anno fa, e i 16 milioni spesi dal club per strapparlo alla concorrenza della Juventus. Ci prova il capitano a metterlo davanti al portiere, lui però gli spara addosso replicando un paio di volte mezz’ora più tardi. L’illusione del gol di Totti spedisce in paradiso la squadra di Zeman, ma solo fino a quando Stekelenburg non decide di complicare la vita di compagni e allenatore.
Tengono, prima e dopo, le maglie di una Sampdoria ancora imbattuta tra campionato, coppa Italia e precampionato. Una corazzata che dal suo allenatore ha ereditato la capacità difensiva, ma anche una cattiveria in grado di intimidire i baby attaccanti della Roma Destro e Lamela, cocciuti anche nel finale a tentare il dialogo per entrare in area di rigore. Semmai, la grande occasione per uscire dalla capitale con il bagaglio pieno è proprio della Samp. Non fosse così giovane, forse, il diciannovenne Icardi manterrebbe la freddezza per non lasciarsi recuperare da Castan davanti a Stekelenburg a 20’ dalla fine. Chissà se avrebbe fatto meglio Pozzi, costretto al forfait dopo mezz’ora appena per una distorsione al ginocchio. Nel recupero poi è Romero, che la Roma aveva preso un anno fa prima di preferirgli Stekelenburg, a dire l’ultimo no a Balzaretti. Così, mentre Zeman continua a battagliare con i suoi tanti nemici — e Ferrara è solo l’ultimo — la Roma fatica a trovare in campo la strada giusta. L’imminente Juventus- Roma con i suoi veleni (anticipati dai vergognosi cori contro Pessotto in curva Sud), nella capitale non lascia sereno davvero nessuno.