(J. Manfredi) Tra l’11’ e il 19′ del primo tempo i bianconeri vanno a segno tre volte con Pirlo, Vidal su rigore e Matri, a segno dopo 7 mesi e colpiscono anche due traverse. Nella ripresa Osvaldo riduce le distanze su rigore poi Giovinco fissa il punteggio. Giallorossi surclassati in ogni zona del campo.
TORINO – La Juve umilia la Roma di Zeman e conferma che il mezzo passo falso di Firenze è stata solo una parentesi. Una vittoria schiacciante (4-1), sulla falsariga dei due successi già avvenuti lo scorso anno (3-0 in coppa Italia e 4-0 in campionato) quando sulla panchina ospite c’era il tanto vituperato Luis Enrique. Troppo ingenua e molle la Roma per tenere il ritmo dei campioni d’Italia che si sono anche potuti permettere il lusso di risparmiare energie in vista dell’importante appuntamento di Champions contro lo Shakhtar.
JUVE, DOMINIO ASSOLUTO – I bianconeri hanno vinto la sfida con disarmante facilità, arrivando prima su tutti i palloni, coprendo meglio e con più equilibrio ogni zona del campo e sorprendendo con irrisoria facilità la difesa avversaria con continue transizioni degli attaccanti, bravi a tenersi alternativamente larghi per sfruttare le tardive chiusure degli esterni giallorossi, Taddei e Balzaretti prima, Marquinhos e Taddei poi.
LA ROMA E’ UN GROSSO EQUIVOCO – La Roma ha sbandato in lungo in largo ed è bene che inizi a interrogarsi. La squadra di zemaniano ha ben poco ed il rischio è che diventi un gigantesco equivoco. Di sovrapposizioni si vede appena un accenno, i difensori attuano il fuorigioco con difficoltà, i centrocampisti si inseriscono poco e coprono tardivamente e gli attaccanti tornano col contagocce. Se poi ci si mette anche il boemo, mettendo gente (vedi De Rossi interno o Marquinhos laterale destro) fuori ruolo, i problemi non possono che acuirsi.
UN MATCH DURATO 8′ – La gara è durata in pratica 8′, il tempo del passaggio del tornado bianconero: tutto è nato da un’ingenuità di Taddei che ha sgambettato al limite Marchisio vanamente lanciato su un pallone troppo lungo. Sul pallone è andato Pirlo che ha fatto diventare la punizione una sorta di rigore dal limite, saettando un gran destro rasoterra a fil di palo alla sinistra di Stekelenburg.
ALTRI DUE GOL E DUE TRAVERSE – La Roma ha vacillato e dopo appena 5′ ha preso il secondo schiaffo, stavolta non riuscendo a coprire le incursioni di Marchisio, Matri e Vucinic. Risultato: Matri si è ritrovato il pallone al limite con Stekelenburg fuori dai pali e a Castan non è rimasto che effettuare una parata che è costato il giallo più il rigore, freddamente trasformato da Vidal. Palla al centro e, dopo altri 3′, è arrivato il 3-0, siglato da Matri (a segno dopo 7 mesi) scattato sul filo del fuorigioco grazie a una dimenticanza di Burdisso. Lo show è proseguito e solo l’imprecisione di Marchisio e Vucinic, che hanno colpito due traverse, e di Vidal, che ha calciato alto a tu per tu col portiere, hanno evitato alla Roma di andare all’intervallo con un passivo più pesante.
OSVALDO UNICO BAGLIORE GIALLOROSSO – Dopo aver chiamato di nuovo in causa con disarmante facilità in avvio di ripresa Stekelenburg con Vucinic e Matri la Juve, logicamente, ha tirato i remi in barca, gestendo le energie in vista di martedì. Ha lasciato, così, il pallino in mano agli avversari che solo grazie all’innesto di Destro al posto di Totti, hanno trovato lo spunto per ridurre almeno le distanze. L’ex senese ha triangolato al limite ed è stato spinto da Bonucci. Rigore che Osvaldo ha trasformato.
GIOVINCO CALA IL POKER – Gara riaperta? Macché. La Juve ha rialzato il ritmo e, dopo aver sfiorato di nuovo il bersaglio con Marchisio, Vucinic, De Ceglie, che ha colpito il palo su azione d’angolo, e Pogba, ha meritatamente trovato il 4-1 all’88’ col subentrato Giovinco, che ha concluso nel migliore dei modi una splendida cavalcata in ripartenza di Barzagli. E così non ha fatto torto a nessuno: dopo Luis Enrique ha calato un poker anche a Zeman.