(F. Maccheroni) – Klose ci mette la mano e la testa, non è uomo da ruberie. Cavani ci mette il resto. La Lazio torna nella normalità che aveva rinnegato con un avvio di stagione straordinario. La sconfitta col Genoa è stata ingiusta per quanto la banda Petko aveva costruito, ma stavolta, entrata nel gioco dei grandi, si è fatta da parte. Adesso comincia un nuovo campionato anche per il moralizzatore Lotito.
E la Roma? Ci mette tutto l’impegno possibile per dimostrare che Zeman nella sua carriera ha avuto tanti nemici, ma uno in particolare non lo ha mai sconfitto, né a parole, né sul campo: se stesso. Ieri il boemo ha schierato Totti largo a sinistra. Non si sa bene perché. Nelle precedenti apparizioni il capitano aveva operato da regista con eccellenti risultati per l’armonia del gioco. E ieri alla Roma è mancata quella luce. Certo, ha segnato, un gol per lui nemmeno difficile, ma la Roma non c’è mai stata. La Samp, anch’essa punita dalle assenze, ha spedito molte palle in tribuna, ma è stata più concreta. Ridotta in 10 e sotto 1-0, ha reagito, ha fatto la partita sfiorando anche il colpaccio. Questa Roma ha il fiato corto. Fuma troppo