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TUTTOSPORT.COM Juve, che poker a Zeman! La Roma travolta 4-1

Juventus-Roma

( V. Cotugno) Dopo 20′ è già 3-0 con Pirlo, Vidal e Matri. Nella ripresa Osvaldo riapre, Giovinco chiude

TORINO – Per Antonio Conte tante e tutte buone le indicazioni che arrivano dall’amichevole disputata dai bianconeri allo Juventus Stadium. In attesa dell’impegno contro gli ucraini dello Shakhtar Donetsk, una grande cornice di pubblico ha apprezzato l’aperitivo dell’esordio casalingo dei bianconeri in Champions League: contro una formazione proveniente da Roma, allenata da un tecnico ceco dal grande seguito nella Capitale, la Juve segna tre gol in venti minuti prendendo anche due traverse e divorandosi altre due occasioni da gol limpide. Pirlo apre i giochi all’11’ su punizione, scacciando via con il sorriso le critiche e il periodo di appannamento; raddoppia Vidal al quarto d’ora, trasformando un calcio di rigore; sigilla il tutto Matri al 19′ finalizzando al meglio l’uno contro uno col portiere avversario, primo centro ufficiale in stagione. La goleada non si concretizza per i legni colpiti al 22′ da Marchisio e al 36′ da Vucinic e per due offside che fermano Vidal e Matri. Con Quagliarella che osserva fisso dalla panchina pensando «Se giocavo titolare ne avevo già fatti tre». Nella ripresa Vucinic si mette in mostra con una bella botta da fuori e poi decidendo di spostarsi a fare il suggeritore per Caceres, per Matri o per chiunque decida di passare dalle parti dell’area avversaria. Ma tanti, troppi errori di supponenza vengono puniti e arriva il gol della bandiera degli ospiti su calcio di rigore, salutato dal nutrito gruppo di tifosi avversari arrivati a seguire la partita a Torino. Ed è questo il lato negativo mostrato dalla Juve sul quale l’allenatore bianconero dovrà lavorare, perché un calo mentale di questo tipo in partite vere potrebbe costare tantissimo, in Europa soprattutto. Giovinco nel recupero sfrutta il quarto d’ora che l’allenatore gli concede e l’assist di Barzagli che si esalta in una cavalcata solitaria e va a segno per il 4-1 finale, riproponendo la sua candidatura per un posto da titolare martedì.

JUVE-ROMA, O UN REMAKE IN VENTI MINUTI – «Diamo il bentornato a Mister Zeman in Serie A, poi sarà il campo a parlare». Erano queste le parole con cui Antonio Conte rispose alla domanda di un giornalista che, mentre la Juve vinceva lo scudetto, gli chiedeva di come avrebbe accolto il ritorno del boemo nella massima serie. E il campo stasera ha messo in mostra la Juve Contiana: superiore per movimenti, implacabile nel pressing, irresistibile per intensità di gioco, insuperabile per velocità, tecnica e finalizzazione. Contro la Juve, una Roma che ha tanto della squadra allo sbando di Luis Enrique della scorsa stagione. E come l’anno scorso, la partita si chiude in venti minuti: l’unica differenza è che con l’asturiano si era già sul 4-0, contro il boemo la Juve ne fa ‘solo’ tre. Al fischio d’inizio forze fresche sulle fasce bianconere, con Caceres e De Ceglie per Lichtsteiner e Asamoah: in campo c’è la Juve dello scudetto. De Ceglie e Lamela hanno gamba e si vede, le squadre se la giocano faccia a faccia: se c’è un merito di Zeman, è quello di pensare a giocare e non a distruggere. E questa Roma è proprio l’avversario migliore che la Juve possa affrontare. L’argentino al 5′ si divora una bella occasione con un tiraccio da fuori, dall’altra parte la vitalità dell’esterno bianconero mette in forte difficoltà il brasiliano. Che è il primo ad alzare bandiera bianca, dopo solo 10 minuti: clamoroso sgambetto a Marchisio da ultimo uomo e a cavallo dell’area di rigore, Rizzoli tira fuori solo il giallo e assegna una punizione dal limite che Pirlo piazza rasoterra sul palo più lontano. 1-0, la Roma scompare dal campo e al 15′ la Juve raddoppia: Stekelenburg esce di piede su Matri, Vucinic prova di prima da 40 metri, Florenzi si oppone di petto ma poi è costretto al fallo di mano sulla ribattuta di Matri: rigore che Vidal realizza senza problemi. La Roma prova a reagire, Lamela conclude male di destro su un grande lancio di Totti, Osvaldo si dispera a centroarea ma sul ribaltamento di fronte la Juve va di nuovo in rete, stavolta con Matri che supera Stekelenburg e insacca il suo primo centro stagionale. E non finisce qui, nel deserto della difesa giallorossa Marchisio coglie una traversa al 22′ e Vucinic non sarà da meno al 36′, portando a due i legni bianconeri. Intanto Balzaretti prima completa il grande slam con un fallo su Vidal, completando i gialli a tutti e quattro i difensori giallorossi in soli 26′, poi sarà costretto ad uscire otto minuti più tardi, per la febbre alta. Ma è la Juve a far venire il mal di testa.

JUVE SPRECONA: GOL DI OSVALDO, POI CHIUDE GIOVINCO – In campo senza cambi, aspettando un Bendtner che non arriva. Vucinic si prende subito la scena: ci prova dopo 40” con un destro fantastico che Stekelenburg riesce a toccare in angolo, poi ancora Stekelenburg provvidenziale per la Roma su Matri lanciato da una scucchiaiata di Pirlo. Vucinic allora tenta gli assist, per Caceres al 6′ e per Matri al 10′, due uscite di Stekelenburg impediscono il poker bianconero. Un dominio di un’ora, che Zeman prova a sovvertire chiamando fuori Totti e Tachtsidis inserendo Destro e il riesumato Perrotta. Un segnale che scuote i giallorossi, l’uscita del loro numero 10, e che trova linfa vitale nel rigore che Bonucci commette su Destro e che Osvaldo trasforma spiazzando Buffon. 3-1 a venti minuti dalla fine, una partita che poteva essere una festa del gol bianconera ora è incredibilmente ad un passo dall’essere riaperta. Ma questo solo nel risultato, perché sul campo la Juve continua a dimostrare di poter andare in gol in qualsiasi momento: Marchisio (uscito nel trionfo dello stadio, da migliore in campo) sfiora il palo di Stekelenburg che un minuto dopo si esalta e continua a negare la gioia del gol a Vucinic. Bonucci va in gol sull’angolo seguente ma è in offside, la difesa bianconera controlla senza affanni e al 90′ Barzagli si concede anche il lusso dell’uscita palla al piede dopo un sombrero a Taddei, un volo di settanta metri concluso con l’assist per Giovinco, entrato nel finale insieme a Pogba. Seba scarta Stekelenburg in scioltezza e deposita in rete un quarto gol che doveva comunque arrivare molto prima, vista l’assenza quasi totale dell’avversario: dopo Cagliari, la Roma non gioca neanche a Torino ma con un risultato ben diverso.

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