(G. Vaciago) – Uno stadio, una squadra, una società, un popolo intero: tutti stretti intorno a Conte questa sera, nella notte della sfida al grande nemico. Pochi duelli riescono a ricompattare l’ambiente di un club intorno all’allenatore come Juventus- Zeman (siamo seri, quanti pensano veramente che questa sera si giochi Juve-Roma?). Anche perché dopo le dichiarazioni di quest’estate, quando il boemo aveva buttato lì l’ipotesi che Conte non dovesse neppure allenare durante la settimana, in quanto squalificato, il brucio di questa partita è ulteriormente salito e con questo la solidarietà a Conte che dovrà combattere da lontano e, quindi, soffrirà molto di più. Se gli avessero chiesto a quale partita non avrebbe voluto rinunciare, probabilmente il tecnico juventino avrebbe scelto proprio questa. E se vendetta è una parola grossa e poco adatta allo sport, il tecnico juventino è spinto da una fortissima voglia di rivalsa nei confronti di chi – per una ragione o per l’altra – dal 1998 a oggi non ha mai fatto mancare la sua dose di velenoso sarcasmo.
IL PATTO – E’ pure per questo che la squadra ha promesso a Conte una prestazione speciale questa sera. Una sorta di dedica al tecnico che si è fatto apprezzare come leader e ha conquistato i cuori dei suoi giocatori, pronti a tutto per lui, oggi forse più della scorsa stagione, perché fa effetto a tutti vederlo in quel box, soffrire le pene dell’inferno per la lontananza dal campo e dai suoi uomini. Lui che durante le partite quasi ci entrava, nel rettangolo verde, e faceva arrivare la sua voce dappertutto. «E’ un leone in gabbia», ripetono i giocatori in tutte le interviste e per il loro leone, questa sera, giocheranno come delle belve, l’unico modo per regalargli una vittoria bella e netta su Zeman.