Vincent Candela, esterno sinistro della Roma dello scudetto, ha parlato della valorizzazione del calcio nostrano che deve partire dalla cura dei vivai:
“Il settore giovanile è la base e noi, in Italia, non ci poniamo sufficiente attenzione. Oramai vivo da sedici anni a Roma, ed è un peccato non seguirli, questi giovani, per farli crescere, sia sul piano umano che della qualità sportiva. Sono loro il nostro futuro, a tutti i livelli. Intendo parlare del rispetto, dell’educazione, e di tutte quelle cose che vengono utili dentro e fuori dal campo. Dal 1997 dico che nel campionato italiano giocano troppi calciatori stranieri, e lo dico da francese. E’ un peccato che, in un Paese Campione del mondo quattro volte, non si riesca a valorizzare un elevato numero di giovani e non venga sfruttato tutto questo; l’italiano nel sangue, nel DNA, ha la passione del calcio. Quando sono arrivato io, era un cultura”.
Non si può poi non chiedergli una battuta sulla Roma attuale: “L’idea mia della Roma è questa: ero contentissimo, dopo Luis Enrique, quando hanno preso il boemo. A un certo punto c’era Montella: da tre anni sta facendo esperienza, e sta dimostrando che diventerà un allenatore. Zeman lo conosciamo, non lo cambieranno mai, non si può cambiare. Io l’ho avuto come allenatore per due stagioni molto belle. Noi eravamo giovani, quindi non era facile gestire alcuni caratteri e quindi ci furono tante litigate con Zeman. Il mister crede nel suo modo di giocare e non scende a compromessi. Magari attua un bel calcio, ma ha problemi a gestire i campioni e ad adattare il suo gioco ai calciatori di cui dispone“.
Un ultima considerazione sui suoi progetti futuri: “Ho qualche progetto sempre nel mondo del calcio. E piano piano ve ne parlerò con piacere. Come ho detto sono una persona onesta e leale, e vivendo a Roma, penso di poter dare qualcosa a Roma e alla Roma, e ve ne parlerò a tempo debito“.
Fonte: Radio Incontro