
Per quanto riguarda i due portieri come vede Frey e Stekelenburg: entrambi sembrano aver ritrovato una buona forma.
“Frey è da diversi anni che fa campionati importanti, e credo sia un portiere per il Genoa un giocatore importante. Come penso del collega romanista. Piace molto, l’olandese, anche se non sta facendo benissimo. Credo anche che giocare a Roma non sia facile, non lo è mai stato. Sono in buone mani, Genoa e Roma, e il tempo darà loro ragione. Anche a Stekelenburg”.
Quali sono i reparti migliori e quali quelli peggiori delle due squadre?
“Dalla cintola in su, Genoa e Roma hanno giocatori validi di livello e giovani di prospettiva. La Roma ha moltissima qualità, in avanti, e tra poco migliorerà quando i meccanismi saranno più rodati, rispetto a quanto sta facendo adesso”.
L’allenatore si deve adattare ai giocatori o fa bene Zeman ad andare avanti per la sua strada?
“Il modulo lo fanno i calciatori, non gli allenatori. Zeman ha avuto la possibilità di scegliersi i giocatori, per attuare il 4-3-3. De Canio si è trovato a dover riparare una campagna acquisti normale prendendo Borriello. Il boemo ha giocatori votati a fare quel tipo di schema”.
Che idea si è fatto, della diatriba tra Zeman da una parte, e De Rossi e Osvaldo, dall’altra?
“Partiamo da De Rossi. Per quello che posso intuire io, Zeman ha bisogno di giocatori che abbiano in testa la giocata prima, la verticalizzazione. De Rossi è fatto per giocare davanti alla difesa, per come la vedo io: però penso sia anche in grado di provare a cambiare la sua posizione. E’ un patrimonio da difendere, il giocatore, però deve modificare il suo ruolo e il modo di interpretarlo. De Rossi ha come caratteristica da sempre di tenere la palla e di giocare in orizzontale. Per quanto riguarda Osvaldo lo alternerà con Destro”.
Cosa manca alla Roma, per lottare al vertice?
“Come qualità di organico la Roma è indietro, rispetto a Napoli, alla Juventus e al Milan stesso, anche se la partenza dei rosso-neri è stata quella che è stata. Potrebbe essere alla pari dell’Inter. Però come qualità di gioco la Roma è seconda a poche altre, perché credo nel lavoro che sta facendo Zeman. La Roma ha dei campioni, pochi, buoni giocatori, tanti, e giovani di prospettiva, come Lamela. La squadra ha un’idea di come si fa calcio, e in questo gioco contano le idee, un modo di fare propositivo. E Zeman lo ha dimostrato nel tempo, ed è un maestro di calcio”.
Oltre a Lamela, Pianjc e Florenzi: quale di questi tre può far fare il salto di qualità alla Roma?
“Pianjc e Lamela hanno un potenziale importante di prospettiva: diventeranno dei grandi giocatori, con quel modulo. La Roma ha dei giovani interessanti e di prospettiva, e con Zeman miglioreranno; il tempo ci ha insegnato che i giocatori sconosciuti e semisconosciuti si sono fatti valere grazie alle sue idee. Ed è un calcio che piace anche a me, in cui credo”.
Un ricordo di quel gol che, per sua sfortuna, in un noto Milan-Verona, lei fu costretto a prendere…
“Quel gol l’ho visto mille volte, e forse più (sorride, ndr). La cosa che più ricordo con maggior scalpore è che si trattasse di un calcio d’angolo per il Verona; Weah ha stoppato la palla, si è fatto cento metri di campo, palla al piede, pensi sarà stanco, e invece no: mi ha pure guardato, ha segnato, ha fatto altri trenta metri di corsa verso la bandierina, perché fisicamente è possente. Fu un rigore in movimento, dopo cento metri di scatto, con la palla al piede. Arrivò fresco come una rosa, e piazzò pure la palla”.
Fonte: radioincontro