Dopo aver quasi battuto la Juventus in Champions league con il suo Shakhtar Donetsk, Mircea Lucescu, ha voluto dire la sua sul momento del calcio italiano, della Roma e su tanto altro. Queste le sue parole:
Zeman?
“L’ho incontrato quando ero a Brescia negli anni ’90. Ho sempre avuto una grande stima per lui, per quello che ha fatto e per la sua esperienza. E’ un lottatore che sa sempre saputo addrizzare la baracca. Riuscire a rimanere 20 anni al top del campionato italiano, è difficile, pochi ci sono riusciti tranne lui, me ed Ericksson. So che lo scorso anno ha fatto molto bene portando il Pescara in A, poi l’ho visto contro la Juventus e non mi è piaciuto, perché ha dato troppo spazio alla squadra di Conte”.
Sul campionato italiano?
“E’ un momento difficile, sono troppo concentrati sul campionato e non pensano all’Europa. L’immagine all’estero te la da quello che fai in Champions ed Europa League. C’è troppa attenzione sulla lotta per lo scudetto. Ieri ho visto il Napoli e non puoi andare a giocare in Europa League pensando di non utilizzare i giocatori più importanti”.
Sullo Shakhtar?
“Tutti i miei giocatori sono adatti al calcio italiano. Hanno talento, sono giovani e disciplinati. Hanno dovuto soffrire qui per arrivare a questo livello. C’è chi non ha giocato per 1 o 2 anni e ha visto il campo poco. In Italia viene data troppa importanza ai procuratori: loro guadagnano sui trasferimenti, da noi non possono fare questo”.
Su De Rossi?
“E’ un giocatore eccezionale. Nella mia squadra potrebbe giocare davanti alla difesa, non come Pirlo perché lui ha caratteristiche diverse. Su questo devo dare ragione a Zeman, è vero. Io poi sono un allenatore di una diversa filosofia. Per me esiste solo l’impegno e il lavoro, la conoscenza dell’organizzazione e i principi di gioco. Con me, un calciatore, può giocare da qualsiasi parte, ma deve rispettare i suoi compagni e se stesso. Io cambio spesso, un giocatore d’attacco con me può diventare un giocatore di difesa, perché in quella fase impara a soffrire”.
Sulla Juventus?
“Sono convinto che farà il grande salto anche in Europa. Quando riuscirà a ridiventare una squadra importante nel suo campionato, poi lo farà anche in Europa”.
Totti?
“Ha una grande esperienza, ma gli anni passano. Ha iniziato a giocare a 18 anni, ora deve avere una squadra che può lottare e correre per lui”.
Quanto è cambiato il calcio italiano?
“E’ difficile comparare i due momenti. Oggi a comandare sono gli agenti e i procuratori che sono entrati nella testa dei giocatori che hanno perso concentrazione, impegno e rispetto per gli altri. Il calcio italiano ha perso su questo, non sulla preparazione e suoi metodi. Queste sono cose che non cambiano mai”.
Sulla partita con la Juventus?
“Noi siamo cresciuti molto come squadra. Meritavamo i tre punti, abbiamo avuto più possibilità di fare gol della Juventus”.
Sulla sudditanza psicologica?
“Quando ero a Brescia dopo due partite siamo arrivati al 2 posto, poi abbiamo cominciato giocare sempre in inferiorità numerica, perché eravamo una squadra che non contava tanto. In Italia ho conosciuto la sudditanza psicologia, ma era un altro momento, oggi il campionato italiano è più corretto”.
Sul calcioscommesse?
“Mi dispiace per le persone che sono rimaste coinvolte”.
Contatti con la Roma?
“No, non ci sono mai stati ne contatti, ne possibilità. A me piacciono queste squadre come lo Shakhtar: anche a Brescia rimasi un bel po, ma Corioni vendeva sempre e ogni anno bisognava ricominciare. A me non interessa quello che faccio, ma quello che mi lascio dietro”.
Sugli stadi?
“Rinnovarli è una cosa molto importante e che influisce sulla squadra: con stadi così, difficilmente si perdono punti in casa. Da quando giochiamo nel nuovo stadio, noi abbiamo perso 3 partite in casa. Quando qualche anno fa abbiamo giocato con la Roma, avevamo pochissimi spettatori, ora giochiamo con 50.000 spettatori di media. E’ molto importante, sopratutto per i giocatori”.
Dove può arrivare lo Shakhtar?
“L’unica cosa che ci interessa in questo momento, è andare a Londra e fare di tutto per vincere”.
Fonte: La città nel pallone, RadioIes