Dopo la condanna di risarcimento nei confronti della FIGC, l’avvocato Gallinelli, legale di De Santis, è tornato a parlare di Calciopoli e della giustizia italia. Queste le sue parole:
Un giudizio sulla condanna di risarcimento?
“Non è un problema di cifre, ma di contenuto e motivazioni del provvedimento. C’è un problema anche di garanzia e non parlo degli arbitri, parlo in generale, perché ho appreso, e mi auguro che non sia vero, che il presidente della corte dei conti, che ha stabilito questo risarcimento, ricoprirebbe anche la carica di componente del collegio giudicante della corte di giustizia federale. Se fosse vero, ricordo che il presidente della corte, tale Mario Serio, qualche giorno dopo la sentenza della corte federale disse: “Mi è bastato vedere gli ultimi minuti di Lecce-Parma per rendermi conto della responsabilità dell’arbitro De Santis. Le immagini di Zeman con le spalle rivolte al campo, parlavano da sole”. Ora Zeman disse che aveva fatto quel gesto non per colpa dell’arbitro, ma per i suoi giocatori che non stavano più disputando la gara. La condanna inoltre, venne fatta sulla base di presunte ammonizioni ai giocatori del Parma che erano diffidati e che non avrebbero giocato poi contro il Bologna nello spareggio salvezza. Quanti giocatori gialloblu erano diffidati? Quasi tutti”.
Sulle cifre?
“Sono richieste astratte e bisogna vedere se sono aderenti alla realtà dei fatti e alla responsabilità dei soggetti. Per un danno all’immagine vengono chiesti 120 milioni di euro, ma ricordo che la Figc nella vicenda con la Juventus, si è difesa sostenendo la sua figura di ente privatistico. Ora diventa pubblicistico?”.
Sulle accuse a De Santis?
“A Napoli non si trovano le registrazioni della chiamate e dei filmati, in più ricordiamoci che Vignaroli è stata una delle persone più ondivaghe di tutta questa vicenda, non dichiarando subito quanto poi riportato in aula. Mi chiedo poi, come una persona possa sentire determinate cose dette da un arbitro con un fischietto in bocca”.
Sui rapporti con la Juventus?
“Damascelli disse a Moggi: “De Santis ha fatto il delitto perfetto”, ma l’ex dg bianconero non sapeva nulla. Fu un atteggiamento per incattivire Moggi. La Juventus non ha vinto per De Santis: c’erano dei giornalisti che dicevano a Moggi: “De Santis vi sta massacrando”. I bianconeri fecero più punti con Collina, ma lui non viene convocato perché è ritenuto arbitro al di sopra di ogni sospetto, mentre De Santis era l’unico ad essere intercettato”.
Sui capi di accusa?
“Quando si parlò di Juventus-Parma del 1999, chiesi al maggiore Auricchio se avevano fatto indagini, e lui mi rispose di no. In più non si trovò nessuna anomalia nel reddito di De Santis, quindi non credo che si possa parlare di arbitro corrotto, perché si sarebbe dovuto trovare qualche conticino all’estero a prova della sua avvenuta corruzione”.
Sulle telefonate?
“Sono sparite migliaia di telefonate, e per questo abbiamo presentato un esposto per il quale confido nei magistrati. Ricordo che una volta a Coppola venne detto di modificare un referto per una gomitata data da Cordoba e di questo dissero: “No, l’Inter non ci interessa, non ci sono intercettazioni su loro”. Come dire “Passiamo ad un altro argomento”. Ci si rende conto che era mirata questa indagine?”.
Sulla giustizia italiana?
“I fatti vanno accertati. Non c’è persona più pericolosa al mondo, di quella che ha subito una condanna ingiusta. De Santis doveva arbitrare i mondiali, poi ci andò Rosetti, penalizzando in sintesi la carriera della giacchetta nera di Tivoli”.
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Fonte: La città nel pallone, RadioIes