(G. Piacentini) – Nel momento in cui Zeman ha comunicato la formazione, nello spogliatoio giallorosso è calato il gelo. De Rossi, Osvaldo e Burdisso fuori tutti insieme per scelta tecnica non se li aspettava nessuno. «Esclusioni eccellenti? Non so cosa siano, per me ci sono 20 giocatori che possono giocare», aveva «minacciato » il boemo alla vigilia, ma in pochi pensavano ad una rivoluzione del genere.
E se Zeman a fine gara ha avuto parole al miele per Nicolas Burdisso («Ne vorrei 20 di calciatori come lui») spiegando la scelta di tenerlo fuori con motivazioni tattiche, altrettanto non ha fatto per De Rossi e Osvaldo. «Vorrei che tutti pensassero alla squadra invece di pensare ai fatti propri», l’affondo. Il boemo però è andato oltre. «Le gerarchie degli anni precedenti non le riconosco, perme vale quello chemi fanno vedere in campo. Questa settimana non mi hanno convinto, per me sono giocatori importanti, ma non basta il nome, bisogna dimostrarlo ogni giorno. Non basta dire: “ci penso domenica”, perché se non mi fanno vedere di aver voglia in settimana, io non li utilizzo».
Già questo basterebbe per riempire di polemiche le due settimane – entrambi sono stati chiamati da Prandelli per il doppio impegno con Armenia e Danimarca – che ci separano dalla prossima partita, ma la motivazione «tecnica » di Zeman è ancora più pesante. «De Rossi può fare l’intermedio a destra e sinistra ed esprimersi al meglio. Poi, da giocatore importante quale è, può giocare anche davanti alla difesa ».
Da centrale, però, il boemo gli preferisce Tachtsidis mentre da intermedio ieri gli ha preferito prima Florenzi e Bradley e poi Marquinho e Perrotta. Possibile che uno dei centrocampisti più forti d’Europa sia diventato il sesto (e fuori c’è ancora Pjanic) nel centrocampo della Roma? Ad Osvaldo, invece, non sono bastati tre gol in tre partite per cucirsi addosso la maglia da titolare. «Per me è un attaccante completo, è il giocatore con più talento dopo Totti. Il problema è farlo uscire fuori questo talento, e per ora non ci sono riuscito. Riconosco i mezzi che hanno lui e De Rossi e cercherò di farli esprimere al meglio».
Anche dal successo di questa doppia missione passano le fortune di Zeman e della Roma. Gli esclusi, per il momento, tacciono. Sono rimasti seduti uno di fianco all’altro in panchina per novanta minuti e all’uscita dallo stadio – Osvaldo scurissimo in volto, De Rossi con un sorriso di circostanza – non hanno commentato. Con Zeman si rivedranno il 17 ottobre, quattro giorni prima di Genoa-Roma. Riusciranno in così poco tempo a dimostrargli la loro voglia di giocare?