(A. Arzilli) – Matteo Gianello, Paolo Cannavaro, Gianluca Grava e il Napoli: tutti deferiti dalla Procura federale in relazione al tentato illecito in Sampdoria-Napoli del 16 maggio 2010, prossimi imputati nel processo che si celebrerà tra fine novembre e inizio dicembre davanti alla Disciplinare. È il filone napoletano dell’inchiesta sul calcioscommesse, per il Napoli, una delle poche squadre con le credenziali da anti-Juve, è una tagliola sulla strada che porta allo scudetto, il destino di un’intera stagione può passare dall’eventuale penalizzazione.
Il procuratore Palazzi potrebbe chiedere il -2 in relazione alla responsabilità oggettiva che il club è costretto ad accollarsi per l’illecito tentato e andato a vuoto dal suo ex terzo portiere Gianello, che provò a coinvolgere Grava e Cannavaro nella combine che da solo non poteva aggiustare. Ma che incassò solo due «no». Per questo Cannavaro e Grava sono stati rinviati a giudizio per omessa denuncia, per aver taciuto possono prendere 6mesi di stop e anche di più visto che, all’epoca dei fatti, era in vigore il vecchio ordinamento e non esisteva una pena edittale per il reato in questione. Il calibro lo danno gli ultimi casi, come quelli di Conte e Portanova, che in terzo grado si sono visti ridurre a 4 mesi la pena. Entrambi i giocatori napoletani hanno querelato Gianello per diffamazione, hanno sostenuto negli interrogatori sia in sede ordinaria che in quella sportiva di non aver ricevuto nessuna proposta indecente o, comunque, di non averle dato alcun peso. La loro strategia è diretta al dibattimento e a bypassare la fase del rito abbreviato.
A causa loro il Napoli rischia solo un’ammenda, la partita vera si gioca su Gianello, figura unica e di contorno, come i legali del club proveranno a sottolineare in sede di processo. A giugno l’ex portiere raccontò tutto alla Procura della Repubblica di Napoli e a luglio confermò davanti ai federali di Palazzi: ammise di aver tentato di aggiustare Samp-Napoli su imbeccata di «gente del Nord», dopo «zingari» e «Masiello-boys» altri taroccatori a scopo di lucro, la cui testa di ponte era l’ex Chievo Silvio Giusti, anche lui deferito per illecito. Di riscontri ce ne sono a sufficienza: dalle intercettazioni al racconto di Gaetano Vittoria, il poliziotto infiltrato per sorvegliare i rapporti tra il Napoli e i tifosi che entrò in confidenza con Gianello e ascoltò per primo il suo racconto. Ora l’ex portiere può incappare in una squalifica lunga, non meno di 3 anni, da smussare con collaborazione e patteggiamento. Sarebbe un’ultima parata in favore del Napoli che così potrebbe provare a uscirne con la sola ammenda.