(G. Piacentini) – A sentire le radio e a navigare tra i social network Roma- Atalanta non ha lasciato solo tre punti d’oro, ma soprattutto una guerra interna, di cui non si sentiva il bisogno: quella tra Zeman e De Rossi. Agli occhi dei tifosi gli altri due esclusi eccellenti — Burdisso e Osvaldo — sono passati in secondo piano. Il rapporto con Daniele, invece, preoccupa non solo la dirigenza— De Rossi è il calciatore più pagato della rosa e in estate il Manchester City ha presentato un’offerta importante che è stata rispedita al mittente, soprattutto per la volontà del centrocampista di non muoversi dalla capitale — ma anche i tifosi che non sono dalla sua parte. Sono in molti, infatti, a pensare che abbia fatto bene Zeman a tenerlo fuori e a esternare in quel modo a fine partita. Tra di loro c’è anche una bandieraa come Giuseppe Giannini: «Credo che Zeman si sia comportato così per suscitare una reazione da parte di De Rossi. Se non lo ha fatto giocare è perché non lo ha visto pronto. Daniele non è stupido, sa che deve mettersi sotto per riprendersi il posto. L’allenatore ha voluto dare un messaggio forte al gruppo: gli altri calciatori, in questo modo, hanno capito che tutti possono rimanere fuori». A rappresentare l’altra fazione del tifo giallorosso c’è Carlo Mazzone: «Penso che De Rossi debba essere uno degli intoccabili di questa squadra. Secondo me non andrebbe mai messo in discussione, ma non voglio criticare Zeman che probabilmente voleva dargli una scossa. Lo facevo anche io con alcuni giocatori. Daniele è un calciatore importante non solo sul piano tecnico, ma anche per la sua immagine e la sua romanità. Non sta passando un buon momento di forma ma bisogna aiutarlo. La società deve andare dal tecnico e farglielo capire». Da una polemica all’altra. L’ex presidente Rosella Sensi è intervenuta a Radio 2, rispondendo al d.g. Franco Baldini che aveva parlato di ambiente destabilizzato dalle tante voci intorno alla Roma: «Non so se ci sia qualcuno che vuole destabilizzare la Roma, ma quando i risultati non arrivano è tutto più difficile. Roma è una città passionale, quando ero presidente venivo giudicata molto, e spesso a sproposito».