(R. Maida) – Stavolta Cagliari-Roma finisce 0-0. La Corte di Giustizia federale non decide, rimanda. La partita viene omologata con lo 0-3 a tavolino? Viene giocata a mesi di distanza? Ancora non si sa. Perché i giudici via Po, riuniti in seduta plenaria, hanno sospeso la questione e chiesto l’intervento della procura federale – e magari del Tar, per stare più tranquilli – prima di esprimersi. I tempi: indefiniti. Sensazione: nonostante le apparenze, la conferma dello 0-3 è più probabile. Ma ci vorrà pazienza.
IL COMUNICATO – Dopo una mezz’ora di dibattimento, cominciata intorno alle 15.30, la Corte si è riunita in camera di consiglio. Poi, nel tardo pomeriggio, ha pubblicato la sua (non) decisione chiedendo al procuratore Palazzi «un apposito supplemento istruttorio» perché ritiene «necessario acquisire ulteriori elementi cognitivi e di valutazione in punto di fatto in ordine alla riconducibilità, anche a titolo di responsabilità oggettiva, ai sensi dell’articolo 17, comma 1 del codice di giustizia sportiva, della mancata disputa della gara Cagliari-Roma del 23/9/2012 al Cagliari calcio». In pratica, la Corte non entra nel merito dell’ordinanza del prefetto di Cagliari che la notte prima della partita stabilì che non esistessero le condizioni di ordine pubblico per giocare. Su quello potrà pronunciarsi il Tar, a cui Cellino si è già rivolto. Intanto, per conservare la autonomia dello sport, i giudici di via Po chiedono alla procura di approfondire l’indagine per non lasciare alla valutazione (necessariamente) frettolosa del giudice sportivo Tosel la responsabilità esclusiva di una punizione pesante come lo 0-3 a tavolino. (…)
ALLEGRIA – La sostanza è che da questo caldo giovedì, che ha vissuto anche momenti di tensione, escono tutti moderatamente soddisfatti. Non ha perso nessuno, almeno in forma definitiva. E con i tanti interessi in ballo (televisioni incluse) ogni soluzione è plausibile. Il Cagliari viene considerato credibile nella veste di ricorrente e potrà, con l’intervento della procura federale, essere ascoltato prima della sentenza. La Roma vede riconosciuta l’applicabilità dell’articolo 17, caposaldo dell’arringa dell’avvocato Sticchi Damiani, quello che il Cagliari contestava: «La società ritenuta responsabile, anche oggettivamente, di fatti che abbiano influito sul regolare svolgimento di una gara o che ne abbiano impedito la regolare effettuazione, è punita con la perdita della gara stessa con il punteggio di 0-3» . L’avvocato di Cellino, Mattia Grassani, aveva cercato di smontare la decisione “di primo grado” su un piano formale. Cioè, secondo il ricorso del Cagliari, il signor Tosel non aveva competenza a giudicare in base all’articolo 17. Invece la Corte ha riconosciuto la legittimità dell’intervento del giudice sportivo. Se poi entra in campo il Tar dando ragione a Cellino, cioè cancellando l’ordinanza del prefetto di Cagliari, si vedrà. Ma non è un’ipotesi che preoccupa la Roma: «La Corte giudica a prescindere da quello che ha deciso il prefetto. Quindi lo farà anche in caso di annullamento del Tar» dicono a Trigoria. Se la giustizia sportiva potrà decidere in piena autonomia, insomma, difficilmente sovvertirà lo 0-3.