(S. Di Segni) – Un anno a Crotone per sognare di tornare alla Roma, un paio di prestazioni per far capire che l’ambizione era lecita, in definitiva tre mesi per fare bingo: poco importa se per riportare a casa Alessandro Florenzi il club è stato costretto a mettere sul piatto un milione di euro, il dazio da pagare quando l’altra società ottiene il diritto di opzione, che in fondo rispetto al prestito secco rappresenta un incentivo a valorizzare il ragazzo. E che ragazzo: da certezza dell’Under 21 a punto di riferimento nello scacchiere di Zdenek Zeman, una delle note liete del complicato inizio di stagione.
RICONOSCIMENTO – Ha impiegato un attimo per ritagliarsi il suo spazio in campo, ancora meno per conquistare la stima dell’ambiente: il premio dei dirigenti è un contratto rinnovato la scorsa settimana, scadenza 30 giugno 2016, per un compenso che partirà da circa 600 mila euro all’anno più bonus, legati ad obiettivi e convocazioni in nazionale maggiore. (…)
CARATTERE – All’esordio stagionale contro il Catania è partito dalla panchina, poi l’impennata da titolare con l’Inter, con tanto di gol a San Siro: da allora Florenzi non è mai uscito dall’undici iniziale del boemo e mentre le cose sono iniziate a girare male per i giallorossi, il centrocampista è riuscito a rimanere indenne alle critiche. Ha fatto la parte del leone anche nella disfatta di Torino contro la Juventus, per poi mantenere una lucidità d’altri tempi (e di un’altra età) di fronte alle telecamere: per avallare un intervento ai microfoni in un momento così delicato, la società deve aver riposto nel suo gioiello parecchia fiducia. Contraccambiata