(R. Boccardelli) – Quello che colpisce subito di Marquinhos è la facilità di corsa, la frequenza dei passi che gli consente di essere veloce, molto più veloce della media dei calciatori contemporanei. Qualcuno nelle rincorse agli atalantini (disperata ma vincente quella a Denis che aveva molti metri di vantaggio) ha rivisto il miglior Vierchowod d’annata, ‘82-’83, con lo scudetto sul tappo se fosse un vino.
IMPRIMATUR – D’altronde, è stato lo stesso Zeman, lontano da taccuini e microfoni ad esclamare “questo è un fenomeno”, dopo il primo allenamento svolto dal diciottenne talento brasiliano con la sua nuova squadra. Qualcosa si era intravisto negli spezzoni di partita in cui il boemo lo aveva gettato nella mischia, ma nel ruolo di esterno destro. Troppo poco per ricavarne un’impressione più consolidata.
CONSACRAZIONE – E’ arrivata in un momento assai delicato per la Roma, in una domenica in cui Zeman ha lasciato in panchina tre pezzi grossi, Burdisso, Osvaldo e De Rossi, lanciando Marquinhos nella sua posizione naturale di centrale difensivo. (…)
CARATTERE – Nella prima mezz’ora di Roma-Atalanta Marquinhos sembrava la pallina impazzita di un flipper che stava per andare in tilt. Nell’azione descritta in avvio, il giovane difensore ha tentato il fuorigioco su Denis (ma Piris lo ha tenuto in gioco) e quando ha visto i tre dell’Atalanta verso Stekelenburg non si è perso d’animo rimontando metro su metro, riuscendo poi ad arrivare primo sulla deviazione miracolosa del portiere olandese. Insomma, l’unico a non aver alzato bandiera bianca.(…)