(S. Di Segni) – Bisogna credergli, quando dice che «è presto per pensare al giorno del ritiro» e dà una lucidata al «sogno di un bambino che dormiva col suo pallone, che sarebbe voluto diventare calciatore, vestire la maglia della Roma e diventarne Capitano» . Magari non prendetelo alla lettera, se giura che nella testa ci sia solo «la prossima partita da giocare»: non sarà un cruccio, ma nella mente di Francesco Totti c’è spazio anche per il futuro. Quello in un calcio dell’altro mondo – l’Australia di Del Piero, per intenderci – è troppo lontano, il numero dieci vede sempre giallorosso: saranno pure prematuri i tempi per sedersi attorno ad un tavolo e discutere con la società il rinnovo di un contratto che scade nel giugno del 2014, Totti non ha in mente di bussare alla porta dei dirigenti, ma crede, spera, di poter affrontare l’argomento entro la prossima estate.
CORRIERE DELLO SPORT La nuova sfida: giocare fino a quarant’anni
PROGETTI – «Voglio giocare fino a quarant’anni» non è uno slogan, è un programma: alla scadenza dell’accordo attuale Totti avrà quasi 38 anni, l’idea di sfilare i calzoncini non lo affascina affatto e se la carta firmata con la Roma dei Sensi – un patto per ricoprire incarichi nell’ambito dell’area tecnico/sportiva – contempla un bel ventaglio di possibilità, assieme ad un quinquennale da 500 mila euro, sono pochi i panni in cui Francesco si sentirebbe davvero a suo agio. Il capitano ha sempre detto di non vedersi allenatore, ma non ritiene neanche di essere tagliato per fare il direttore sportivo: rappresentare la Roma nel mondo, nell’ambito della crescita del brand studiata dagli americani, fa parte dei ruoli che assumerebbe volentieri. (…)
MARGINI – L’ipotesi di rivedere quell’accordo o comunque trasformarlo nell’oggetto della contrattazione non è poi così remota: quando il dialogo entrerà nel vivo, non è da escludere che il prolungamento del contratto da giocatore possa portare ad un ritocco di quello da dirigente. Totti da questo punto di vista tiene per sé speranze e aspettative e confida che sia il club a muovere il primo passo: il feeling con la nuova proprietà è cresciuto, il recente incontro con James Pallotta è servito a rafforzare le sensazioni ricavate durante la tournée negli Stati Uniti. (…)
TAPPE – C’è una storia nella storia, che racconta di un generale allineato ai ranghi di un progetto, di un rapporto che inizialmente sembrava complicato, di momenti di tensione e previsioni nere che non hanno trovato corrispondenza negli sviluppi. Totti si è prestato alle idee di Luis Enrique e a quelle di Zdenek Zeman, ha dribblato le fasi critiche e scelto il silenzio quando un suo sfogo poteva nuocere all’ambiente. Non ha fatto mistero dei dubbi sull’opportunità di tornare a giocare a sinistra nel tridente, salvo eseguire gli ordini del tecnico. Sta riuscendo a tenersi alla larga dalle polemiche, mentre queste imperversano attorno alla Roma del boemo. E a distanza di quindici mesi dalla prima uscita ufficiale della dirigenza – «Totti è al centro del progetto» , così il ds Sabatini – dovrebbe venire anche il sospetto che non fossero frasi di circostanza.