(A. Zambaldo) Non condividiamo l’eccesso di allarmismo, nei confronti dei nerazzurri, dopo la batosta (peraltro nemmeno lontanamente annunciata) di domenica. D’accordo che è dura metabolizzare velocemente la quantità industriale di amarezza ma da qui a lasciarsi andare ad un marcato pessimismo ce ne vuole.
Facciamo un passo indietro e torniamo al 31 agosto, data ultima del calcio mercato estivo. Il definitivo organico venne allora giudicato, quasi all’unanimità, oltre la sufficienza. In particolare ci si ritenne soddisfatti per l’assetto difensivo (addirittura 8 i componenti e di buon spessore) idem sul centrocampo grazie all’invocata conferma di Cigarini e all’ingaggio in extremis di Biondini.
Quanto alle punte, si storse un po’ il naso per il mancato arrivo di un vice Denis di ruolo anche se compensato dalla permanenza dello stesso bomber argentino e dall’arrivo di “zanzara” De Luca. E prima della cinquina subita nell’ultima gara i 7 punti messi in cassaforte nelle 5 partite disputate costituivano un bilancio decisamente rassicurante.
Il patatrac con i friulani ha rimesso, però, di colpo tutto in discussione? Noi respingiamo il netto cambiamento di rotta nella valutazione, in particolare, sulla rosa. Per non parlare, come si sente da qualche parte, del coinvolgimento dello staff tecnico, preparatori atletici inclusi.
In altre occasioni abbiamo ricordato che l’attuale parco giocatori è pressochè quello che ha conseguito, e scusate se è poco, i 52 punti nel giustificato decantato scorso campionato. Tanto più che sono stati blindati a Zingonia, anche il mister, collaboratori vari e il navigato e operativo Pierpaolo Marino con compiti ancor più ampi.
Detto questo perché mai condividere il bicchiere mezzo (pardon, totalmente) vuoto sul prosieguo di stagione dei nerazzurri? Naturalmente l’1-5 con l’Udinese non può essere esente da riflessioni superficiali ma guai esagerare in disfattismo.