(A. Pugliese) – Era già successo un anno fa, quando il 27 ottobre 2011 andò in scena una cena per mettere intorno a un tavolo tutte le componenti: le istituzioni (il sindaco di Roma Gianni Alemanno), la proprietà (l’allora presidente Thomas DiBenedetto) e i soci di minoranza (Unicredit), anche se non troppo. Ieri sera la cena di gala si è ripetuta, sempre a casa del vicepresidente Roberto Cappelli e sempre con lo stesso tema: il nuovo stadio della Roma.Unica variante, la proprietà giallorossa, con James Pallotta al posto di DiBenedetto. Per il resto, quasi gli stessi invitati, con i manager della Roma (Mark Pannes, Franco Baldini, Claudio Fenucci e Walter Sabatini) e molti consiglieri (tra cui Mauro Baldissoni e Benedetta Navarra). Stavolta, però, con qualche uomo di peso in più: il presidente della Figc Giancarlo Abete, il Sottosegretario di Stato con delega allo sport Rocco Crimi (legge sugli stadi) e i costruttori Claudio Toti e Luca Parnasi, quest’ultimo titolare di un accordo con Papalia, proprietario di Tor di Valle, l’area che resta tutt’ora in pole per la scelta finale. Parnasi, tra l’altro, dovrebbe costruire l’impianto (anche con l’aiuto di Toti?) ed entrare nella Roma in quota Unicredit (15-20%).
La giornata È stata una giornata lunga quella di Pallotta, che ieri si è presentato a Trigoria per la prima volta nelle vesti di presidente. La foto ufficiale, i saluti con dipendenti, staff e giocatori, le battute con Totti («È il numero uno», ha detto scherzando il capitano), e le chiacchierate conDe Rossi (a cui ha fatto i complimenti per il buon inglese), Osvaldo (con cui ha parlato di musica) e Bradley. Poi il pranzo con Unicredit (Paolo Fiorentino) per parlare di conti e strategie e il primo cda presieduto da padrone di casa. Un Cda che ha approvato il bilancio consolidato relativo all’esercizio 2011-12 che, come previsto, ha chiuso in rosso: indebitamento di 54,8 milioni di euro (posizione finanziaria netta), frutto soprattutto del -19,4% sui ricavi consolidati (-27,9 milioni di euro, passati da 143,9 a 116) determinato dalla non partecipazione alla Champions. Un rosso che la Roma (chiusa ieri la partnership con la Volkswagen, si lavora sulla festa della «Hall of Fame»: oggi molti degli invitati saranno a Trigoria, poi cena di gala) e Unicredit avevano già chiamato e già coperto. Prima di lasciare Trigoria, Pallotta è stato poi «vittima» di un bel siparietto, con i tanti autografi firmati fuori Trigoria e la busta infilata nella macchina da un tifoso con il curriculum vitae del figlio.
La cena In realtà si è fatto attendere un po’ Alemanno, ma alla fine è arrivato (verso le 22.30). «Sono qui per battere cassa», ha detto scherzando. «Devo parlare con Pallotta, vogliamo assolutamente fare il nuovo stadio della Roma e capire in quanto tempo. Noi abbiamo dato tutto il supporto necessario, ora tocca agli americani. C’è una città che aspetta la loro decisione. Dove lo faremo? Abbiamo 2-3 soluzioni, ma niente percentuali, non faccio totoscommesse». Le aree, in realtà, sono due: quella di Tor di Valle (come detto ancora in pole) e quella di Ostiense-Gazometro, che sembra però avere maggiore gradimento degli americani. Lì lo stadio sarebbe costruito su alcuni terreni di proprietà dell’Eni (consigliere Alessandro Profumo, ex a.d. di Unicredit) che andrebbero però bonificati. Appena dentro, Alemanno ha regalato un libro a Pallotta dicendogli: «Ora tu regalami lo stadio». Con loro anche Fiorentino (Unicredit) e Antonio Catricalà (sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri).Insomma, una cena con una sola finalità: lo stadio della Roma. «Siamo fiduciosi, entro novembre saprete tutto», ha chiuso il sindaco.