Quando si parla di Zeman si pensa sempre alla durezza dei suoi allenamenti, all’unicità degli esercizi che il mister boemo propone ai suoi giocatori. Allenamenti diversi, che mettono a dura prova la resistenza fisica dei calciatori, che forgiano fisico e carattere, ma che non tutti sembrano gradire. Tanti i giocatori con cui l’attuale allenatore della Roma si è scontrato nel corso della sua carriera, tutti perchè non riuscivano a sopportare le sedute d’allenamento. De Rossi è solo l’ultimo di una lunga serie: dopo la disfatta di Torino le critiche di Capitan Futuro sono state dirette, taglienti, chiare, rivolte nei confronti di un sistema che lui non riesce a metabolizzare.
Bisognerebbe capire, però, se sono i calciatori moderni, forse troppo ‘viziati’, a non sopportare questi ritmi, o se realmente sono esagerati, insostenibili. Per poter rispondere a questo ed altri quesiti GazzettaGialloRossa ha avuto un colloquio con il professor Antonello Ciccarelli, assistente al corso di ‘Anatomia applicata all’attivatà motoria e antropometria’ allo IUSM (Istituto Universitario di Scienze Motorie di Roma). Di seguito le sue parole:
Come considera la preparazione di Zeman?
“La preparazione di Zeman non ha nulla di particolare, non è assolutamente più dura di altre. Forse l’allenatore della Roma ha dei metodi più ‘antichi’, se vogliamo definirli così, meno tecnologici. Non sarà mai uno di quei tecnici che girano con l’Ipad. Non è l’unico a proporre allenamenti duri, basti pensare a squadre come la Juventus. Anche i bianconeri, spesso, svolgono doppie sedute ed i risultati si vedono sul campo, quando si corre più degli avversari”.
Cosa pensa dei famosi gradoni?
“I gradoni sono un metodo alternativo di allenamento, che personalmente ritengo più divertente rispetto agli esercizi che si devono eseguire con i macchinari in palestra, visto che si lavora sul campo. Parliamo di un lavoro a carico naturale. Altre squadre usano, appunto, macchinari come la pressa e la leg extension, il cui vantaggio consiste nel fatto che il movimento gode di un maggiore controllo. Con i gradoni, magari, si può rischiare l’infortunio poggiando male un piede. Ma ogni squadra lavora su determinati gruppi muscolari, cambiano i metodi di esercitazione”.
Da quando il boemo è tornato a Roma abbiamo notato una grande attenzione per gli esercizi che riguardano i muscoli addominali. Quanto sono importanti questi esercizi?
“Gli addominali sono muscoli fondamentali per qualsiasi persona, figuriamoci per un calciatore professionista. Parliamo di un gruppo muscolare che viene allenato anche a livelli dilettantistici. Hanno una funzione stabilizzatrice, sono alla base della prevenzioni di infortuni, come la pubalgia o problemi muscolari al retto femorale o a tutti quei muscoli che sono coinvolti nel movimento del calciare. Chi soffre di lombalgia, per esempio, deve fare degli adeguati esercizi per rinforzare gli addominali, compensando l’iperlordosi che si va a creare, appunto, nel tratto lombare. Quando si calcia la palla, inoltre, gli addominali garantiscono stabilità: sono fondamentali, vanno costantemente tenuti in allenamento e potenziati. Un muscolo allenato e potente previene gli infortuni”.
Comunque la Roma non sembra riuscire a metabolizzare questi allenamenti, è ancora poco zemaniana e molto lenta.
“La Roma appare molto lenta in questo momento. Ma più che un problema di preparazione sembra un problema di comprensione dei calciatori. In campo danno l’impressione di correre senza convinzione perchè ancora devono metabolizzare i movimenti del nuovo allenatore. A volte per Zeman è meglio puntare sui giovani, come Marquinhos, ragazzi che hanno ‘fame’, voglia di affermarsi ed imporsi, disposti a seguirlo senza discutere”.
A cura di Luca Fatiga