(A. Saggini) Finisce 3-2. La squadra di Zeman va avanti con doppietta di Lamela, poi si fa riprendere da Domizzi e dal capitano friulano. Discusso il rigore concesso nel finale e realizzato da Totò con colpo da sotto. Espulso nel finale Tachtsidis.
Zeman allena due squadre: una capace di incantare e demolire chiunque, l’altra in grado di fare del male a se stessa. La Roma va in vantaggio con una doppietta di Lamela e gioca in modo spettacolare, per poi perdersi e farsi rimontare incredibilmente dall’Udinese. Finisce 3-2 per i friulani, con la rete di Domizzi e la doppia firma di Di Natale. Discusso il calcio di rigore concesso alla squadra di Guidolin e poi trasformato da Totò per il 3-2 finale con un cucchiaio a casa di Totti.
TOTTI C’È — Zeman fa debuttare Dodò sulla fascia sinistra, complici le assenze di Balzaretti e Taddei. Florenzi non è al top, perciò Pjanic è schierato sulla linea di centrocampo di fianco a Tachtsidis-De Rossi. Totti dentro dal 1’. Guidolin deve fare a meno degli infortunati Benatia, Pinzi, Basta, Pasquale e dello squalificato Danilo. Il reparto difensivo è quindi affidato a Angella, Coda e Domizzi, protetti dal centrocampo a cinque. In avanti Maicosuel è il partner di Totò Di Natale.
SUPER LAMELA — Questa è una Roma da impazzire. La squadra di Zeman disorienta davvero i suoi tifosi perché va da un eccesso all’altro, capace di essere fin troppo bella per la prima parte di gara e poi assentarsi completamente nella seconda. I primi 25 minuti giallorossi sono il manifesto puro della squadra che attacca e incanta, difesa dell’Udinese compresa, sempre imbambolata mentre Osvaldo, Totti e Lamela spuntano come funghi da tutte le parti. Il capitano sembra non ricordarsi neppure dei fastidi muscolari, dispensa tocchi intelligenti e si fida delle sovrapposizioni di Dodò, il miglior attestato di stima che un esordiente possa ricevere. Dopo tre occasioni fallite, Lamela al 22’ si inventa un gol dalla linea di fondo, mentre Brkic abbocca alle finte e resta a guardare colpevolmente sul primo palo. Passano due minuti e l’argentino raddoppia di testa, sull’assist di Osvaldo imbeccato da Totti. A quel punto il black out inspiegabile. L’Udinese accorcia le distanze con Domizzi, solo a centro area e lesto a insaccare la palla spizzata da Osvaldo, conseguenza di un calcio piazzato. Zeman si imbestialisce, più per la linea di difesa troppo schiacciata che per la rete in sé. L’Udinese cresce, si affida alle accelerazioni di Maicosuel e alla voglia di Di Natale, mentre la Roma è vittima di un’involuzione. Amnesie e paura, come se i giallorossi avessero staccato inspiegabilmente la luce.
DOPPIO DI NATALE — Subito all’inizio della ripresa Guidolin toglie Faraoni, incapace di tenere Dodò inchiodato dietro. Dentro Badu e Pereyra pronto a spingere sulla fascia. L’atteggiamento delle due squadre è totalmente diverso: l’Udinese è intraprendente, la Roma è irriconoscibile. E allora i friulani passano al 5’, col solito Di Natale. Totò devia la conclusione di Armero e Stekelenburg, che aveva respinto un’altra bordata un minuto prima, si impappina. I giallorossi protestano per il 2-2 perché leggono come irregolare la posizione del capitano bianconero, ma Piris non sale in tempo e tiene in gioco Di Natale. Zeman, nel frattempo, toglie Dodò che non può avere il ritmo per 90′ nelle gambe e punta su Marquinho. La Roma dà segnali di risveglio: Osvaldo prova a rianimare i suoi con un paio di conclusioni, De Rossi sfiora il palo con un inserimento in area. Totti le prova tutte e la Roma chiude all’angolo l’Udinese, mentre Guidolin chiede ai suoi di sfruttare le voragini giallorosse, con lo spunto di Armero e Maicosuel a servizio di Di Natale. Al 38’ tocca a Destro e il capitano si può accomodare in panchina. Il colpo di scena è al 43’: l’arbitro Massa punisce l’intervento in area di Castan su Pereyra col calcio di rigore, tra le proteste veementi dei padroni di casa. Di Natale segna l’incredibile 3-2 con un colpo sotto centrale che spiazza totalmente Stekelenburg. Un cucchiaio a casa di Francesco Totti. Al 47’ espulsione di Tachtsidis racchiude tutta la Roma, spettacolare e autolesionista a tratti, frustrata alla fine.