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IL MESSAGGERO Batticuore Roma sotto la curva Sud

Hall of Fame

(S. Carina) – Un’idea (brillante) e un’emozione (unica) che avrebbe meritato una cornice di pubblico differente. La Roma immortala nella Hall of Fame i suoi primi (in futuro non potrà non trovare spazio ad esempio Totti, ndc) undici immortali: Tancredi, Cafu, Losi, Aldair, Rocca, Bernardini, Di Bartolomei, Falcao, Conti, Pruzzo, Amadei. 

Lo fa, alla presenza del presidente Pallotta, con una splendida cerimonia che però alla fine è stata per pochi intimi. Dei 40mila che hanno poi assistito a Roma-Atalanta, all’orario d’inizio della kermesse (11) ne erano presenti meno di un quarto. Un vero peccato perché sia campioni di questo calibro che hanno fatto la storia del club sia l’iniziativa – che ora comincia ad essere copiata da mezza serie A (sabato ad esempio la Fiorentina ha presentato la Hall of Fame viola) – meritavano uno stadio pieno di entusiasmo e presenze.
Forse, pur con la consapevolezza delle difficoltà incontrate nell’organizzare un evento del genere (e garantire così le presenze di tutti i partecipanti, Pallotta in primis), sarebbe bastato spostarlo di una partita casalinga. Sabato 28 ottobre, ad esempio, Roma-Udinese si giocherà alle ore 20,45. Un orario che avrebbe garantito un colpo d’occhio sicuramente migliore rispetto agli spalti semivuoti di ieri.
Gli assenti si sono comunque persi emozioni che non possono essere paragonate nemmeno ai gol di Lamela e Bradley che hanno poi permesso un paio di ore dopo alla squadra di Zeman di sfatare il tabù Olimpico dopo sei mesi di digiuno. Rivedere infatti la grazia e l’eleganza nei movimenti – anche in una semplice camminata o in un saluto alla platea – di Falcao, l’emozione di Rocca (il più osannato), la timidezza di Aldair, l’intraprendenza di Pruzzo (l’unico a raggiungere la sua postazione in campo correndo: «Un inedito per il Bomber», ha sussurrato qualche tifoso divertito, ndc), il piglio di Conti, la semplicità di Losi, la sicurezza di Tancredi, la classe delle signoreMarisa Di Bartolomei (moglie di Agostino) Maria Grazia Amadei (figlia di Amedeo) e Mariolina Bernardini (figlia di Fulvio), sono immagini indelebili che ogni tifoso della Roma porterà con sé a lungo.
Tra questi, c’era anche Totti che nel post-gara non ha fatto mancare la sua personale dedica: «Contro l’Atalanta era davvero essenziale vincere e ci siamo riusciti. Vincere è stato anche il giusto modo di celebrare le leggende della Roma, onorate con la festa della Hall of Fame, ma anche di salutare degnamente la prima partita di James Pallotta nella veste di nostro presidente».
Durante la cerimonia, presentati al pubblico anche altri calciatori che hanno fatto la storia del club: Paolo Conti, Cudicini, Da Costa, De Sisti, Del Sol, Graziani, Moriero, Orlando, Panetti, Peccenini, Peirò, Rizzitelli Santarini, Tempestilli, Tommasi, Vierchowood, Ginulfi, Chierico, Prati, Giannini e i parenti di Chini Luduena, Andreoli, Cardarelli, Krieziu e Ferraris IV.
 
I membri della Top 11 giallorossa di tutti i tempi (assente solo Cafu, impossibilitato a raggiungere la capitale per impegni di lavoro) dopo esser stati presentati e osannati uno ad uno, hanno poi ricevuto da undici bambini della squadra Pulcini della Roma (classe 2003) delle maglie, confezionate ad hoc per l’evento. Dopo la stretta di mano con Pallotta (che poi con il dg Baldini nel pomeriggio ha raggiunto Milano per assistere alla gara di basket tra Boston Celtics e Armani Jeans) il giro di campo su alcune automobili scoperte per ricevere l’applauso, lungo quasi una carriera. Passerella finale sotto la Curva Sud. Cori e applausi per tutti. E all’improvviso anche una sciarpa lanciata da un tifoso. A raccoglierla dalla pista di atletica ci ha pensato Falcao. Un gesto semplice. E allo stesso tempo «Divino».


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