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IL MESSAGGERO Bergamo, Pairetto e lo scudetto degli onesti

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(P. Mei) – Bergamo e Pairetto, alla soglia dei settant’anni il primo e nei sessanta il secondo, già condannati ad anni e spiccioli di carcere per Calciopoli, sono stati anche condannati, insieme con altri personaggi del tempo e di Calciopoli, tra i quali il vicepresidente federale Innocenzo Mazzini, le altre celebrità del cartellino Tullio Lanese o Massimo De Santis, ed altri ancora, a risarcire la Federcalcio per una somma complessiva di circa 4 milioni. Tre milioni e novecentosettantamila euro, ad essere precisi, sommando il milione in quota Bergamo, gli 800 mila in quota Pairetto e giù a scendere fino ai 10 mila di Claudio Puglisi di Voghera e di Fabrizio Babini di Forlì, i quali vennero intercettati in quell’infausta stagione mentre conversavano con Meani, addetto agli arbitri per il Milan. Famosa la frase di Puglisi: all’Inter farò un c… così. Era l’anno dello scudetto degli onesti, si fa per dire.



La fattispecie per la quale la Corte dei Conti ha condannato in prima istanza l’allegra brigata (per la giustizia ordinaria trattasi di associazione per delinquere) è quella di «danno all’immagine» della Federcalcio. Il pagamento è a scoppio ritardato: si tratta della condanna in primo grado e adesso fra appello ed altri cavilli passerà del tempo, almeno due anni, a voler essere ottimisti sulla rapidità dei procedimenti.

I due pesci grossi, Bergamo e Pairetto, furono arbitri celeberrimi, anche se non sempre celebrati. Di Bergamo di Livorno i romanisti ricordano in particolare l’annullamento del gol di Turone (quello che era ’bbono), annullamento che rinviò di qualche tempo il secondo scudetto giallorosso. Con la Roma, fra quella rete e quel Rolex, ci fu pure un’altra vicenda che lo vide assolto: quella che coinvolse il presidente Viola e l’arbitro francese Michel Vautrot per la partita Roma-Dundee. Bergamo venne accusato, ma poi prosciolto, dell’intermediazione. Di professione assicuratore, non è dato sapere se si fosse assicurato contro questa sentenza di condanna.
Il signor Pierluigi Pairetto di Nichelino arbitrò anche una partita mondiale nel 1994, Romania-Argentina prendendosi le rampogne di Blatter, il colonnello svizzero che già a quei tempi era il Potentissimo (e poi parliamo di rottamazione). Fu anche l’arbitrò che convalidò il golden gol di Biehroff nella finale europea in Inghilterra: aveva voglia il guardalinee a segnalargli il fuorigioco, lui non se ne dette per inteso. Aveva ragione. Ma forse poi voleva compensare il rigore dato ai cechi per un fallo fuori area. Per questi danni d’immagine, e non solo, chi pagherà mai?
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