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IL MESSAGGERO E’ Ital-Roma con Balzaretti, De Rossi e Osvaldo titolari

Osvaldo in nazionale

(M.Ferretti) Tre su quattro. Titolari. Tre giocatori della Roma in campo dal primo minuto, stasera contro la Danimarca, e uno in panchina. Italroma? Già, perché no? E la cosa singolare è che due dei tre titolari di Cesare Prandelli sono (stati) panchinari di Zdenek Zeman. Anomalie del calcio? No, semplicemente cose di calcio. Daniele De Rossi e Dani Osvaldo, del resto, sono al di sopra di ogni tentazione di Prandelli di lasciarli fuori. Hanno avuto l’opportunità di indossare la maglia azzurra e a suon di buone prestazioni non l’hanno più mollata. E Federico Balzaretti, il terzo titolare dell’Italroma, non è mai stato considerato realmente da Prandelli un’alternativa e basta. Non partirà dal primo minuto Destro, che nella Roma è intoccabile, ma si tratta soltanto di una scelta tecnica, nulla di particolarmente punitivo. Cose di calcio, o no?

Dopo quanto di buono fatto vedere venerdì scorso a Yerevan, c’è molta curiosità per capire se Osvaldo sarà in grado di confermarsi con un partner diverso al suo fianco: in Armenia c’era Giovinco, stasera ci sarà Balotelli, assente nell’ultima partita perché alle prese con la febbre. Prandelli è convinto che la coppia formata da Osvaldo e Super Mario sia in grado di mettere in seria difficoltà la legnosa difesa della Danimarca, magari contando sulla capacità sia dell’uno che dell’altro di andare a cercare spazi nascosti. Il ct è sereno, fiducioso, e non potrebbe essere altrimenti.Osvaldo, ad esempio, oggi va considerato un punto fermo dell’Italia.Un’etichetta che l’italo-argentino ha fatto sua a colpi di gol: due in Bulgaria e un altro in Armenia. Una cosa appare sicura: Dani non giocherà pensando a Zeman o all’esclusione patita contro l’Atalanta. Non ha il carattere per lasciarsi andare a queste cose: ha confessato di esserci rimasto male più per le parole post Atalanta del boemo che per l’esclusione e, conoscendolo, per lui il discorso è finito lì. Inutile andare avanti con le parole e con le polemiche, la sua filosofia.

Chi non ha assolutamente aperto bocca dopo la partita contro l’Atalanta (e anche dopo l’Armenia) è De Rossi: una scelta dettata, ovviamente, dal desiderio di non gettare benzina su fuoco. Alla pari di Osvaldo, non ha assolutamente gradito le parole di Zeman (l’esclusione non si può contestare), avrebbe ricevuto volentieri una telefonata da parte dei dirigenti della Roma ma ha tirato dritto pur senza sentire la voce del dg Baldini o del ds Sabatini. In Armenia, e la stessa cosa farà stasera, ha giocato da intermedio, cioè dove vorrebbe impiegarlo Zeman nella Roma, interpretando però il ruolo in un maniera diversa da quanto avviene in giallorosso. Perchè il calcio di Prandelli, che gioca con il 4-3-1-2, non è quello di Zeman, che da sempre va avanti con il 4-3-3. Sa alla perfezione che sul suo conto nell’ultima settimana se ne sono sentite e scritte di ogni tipo, ma lui ha pensato soltanto a fare (bene) il proprio mestiere. E sbaglia chi ritiene che contro la Danimarca giocherà una partita polemica pensando a Trigoria e ai suoi abitanti. Anche ieri sera, lasciando lo stadio Meazza, De Rossi ha ribadito la sua volontà di non commentare pubblicamente quanto accaduto dopo la partita con l’Atalanta. «No, meglio stare in silenzio», le sue uniche parole. Un po’ quanto detto il giorno del raduno a Coverciano, una settimana fa, poche ore dopo l’esclusione e le parole di Zeman.

Balzaretti, finito in panchina in Armenia, stasera avrà la possibilità di tornare in campo dal primo minuto com’è accaduto spesso agli Europei di Polonia-Ucraina. Alle convocazione numero 23 della sua carriera, il terzino giallorosso taglierà il traguardo delle 14 presenze con l’Italia. Prandelli si fida di lui, della sua personalità e anche della sua affidabilità tattica, visto che con la maglia della nazionale raramente ha sbagliato una partita.

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