(U.Trani) «D’ora in poi, chi sbaglia paga». È la sintesi della lunga giornata a Trigoria, con i dirigenti della Roma che presentano, dopo la figuraccia di Torino, il conto ai giocatori. In un quarto d’ora scarso, Franco Baldini e Walter Sabatini affrontano i calciatori per mettere le cose in chiaro. «Adesso basta» ha urlato il diesse che, dopo la sconfitta, li aveva già definiti «sopravvalutati», certificando alcuni flop. «Siamo stati indulgenti l’anno scorso, ma non ripeteremo l’errore». Parlano solo Baldini e Sabatini. Oltre ai giocatori, c’è anche lo staff tecnico al completo ad ascoltare la linea del club, concordata nei giorni scorsi con la proprietà statunitense che, come riferisce a Trigoria chi quotidianamente è in contatto con Boston, è tanto delusa dalla partenza deprimente nella seconda stagione della nuova éra. Malumore negli Usa e anche nella capitale. Tra i più infuriati, con motivazioni differenti, proprio il direttore generale e il direttore sportivo. Quest’ultimo per le critiche al suo mercato, ai giocatori che stanno perdendo valore, l’altro per quello che sta accadendo attorno al pianeta giallorosso. Ieri mattina Baldini si è presentato a Trigoria con l’intenzione di scoprire chi, dall’interno del centro sportivo, sta spargendo veleno sulla Roma. Più che la fuga di dirigenti, gli interessava la fuga di notizie. Il dg, adirato e nervoso, ha incontrato, a quattr’occhi, diversi dipendenti. Alzando la voce, perché convinto che tutto il malessere raccontato all’esterno nasca dentro e non fuori, anche se oggi pomeriggio, nell’incontro con i media (avrebbe voluto festeggiare in modo diverso i 52 anni), dovrà per forza smentire tutto quanto è stato raccontato in questi giorni da tv, siti internet e giornali. Si rende conto che qualcuno spinge per il suo addio, destinazione Londra e cioè al Tottenham allenato dall’amico Villas Boas, e per quello, possibile e ormai datato, di Claudio Fenucci al Milan. È stato, dunque, duro, prima che con la squadra, con chi comunica in via ufficiale e non. Il dg, dopo la sfuriata della mattina che ha coinvolto più persone, si è dedicato alla squadra. È stato lui a prendere per primo la parola. La sua strategia è sembrata ben mirata. Meglio dire e far trapelare quanto piace in questo momento alla piazza che c’è l’ha con i giocatori e che ancora salva l’allenatore. «Zeman non è in discussione. Non dobbiamo nemmeno dire che resta» ha spiegato ai calciatori, rimasti in silenzio per tutto l’incontro. A loro ha rivolto concetti essenziali e stringati. «Dovete allenarvi meglio, con maggiore intensità. E in partita serve più attenzione e più concentrazione. E in assoluto meno chiacchiere e più lavoro. E ricordatevi di rispettare sempre le regole» il riassunto del discorso di Baldini che ha indirettamente voluto zittire quei giocatori scontenti dei metodi (a cominciare dalle doppie sedute) del tecnico di Praga. «Siete una grande squadra, ma nessuno vi chiede di vincere subito. Ma serve più attenzione e impegno». Baldini, però, vuole dare un senso all’incontro. «Non date retta alle voci, non siamo uno contro l’altro. La società è presente, nessuno è depotenziato. Non ci sarà nè un rimpasto nè una smobilitazione. Voi pensate solo a fare i calciatori» frase simbolica del dg che probabilmente aveva come primo interlocutore De Rossi dopo le dichiarazioni del centrocampista a Torino. L’intervento di Sabatini è stato più robusto nei toni. È lui che ha detto più volte «basta», sfogandosi davanti al gruppo che è soprattutto suo. È la Roma del diesse più che di Zeman e della proprietà. Di qui la sua sfuriata, per ricordare agli interpreti quali sono le responsabilità di giocare in una squadra come la Roma. «Vi abbiamo atteso un anno fa e ora non ve lo permettiamo più. Siete bravi giocatori, ma è il momento di cominciare a vincere. Siete stati presi per questo». Sabatini è risultato quindi più esigente di Baldini. E anche più diretto: «Chi non ci sta, deve dirlo subito. Che si chiami fuori. Poi ci penseremo noi. Perché chi non è convinto su quello che gli viene chiesto qui a Roma, sarà accantonato e ceduto». Breve anche l’incontro tra Zeman e la squadra. Il boemo ha rivisitato la partita di Torino, per evidenziare gli errori commessi dai giocatori contro la Juventus. «Il mio calcio è semplice, abbiate fiducia e vedrete che riusciremo a giocare come vi chiedo io. E arriveranno i risultati». Nessuno sconto, però, sul lavoro da fare in settimana. Dopo due giorni di riposo, la seduta di ieri è stata pesantissima. Gradoni, addominali e, come durante il precampionato, tanto sudore per tutti. Oltre al consigliere Mauro Baldissoni, pure lui scontento per il rendimento di alcuni calciatori, si è rivisto a Trigoria anche Fenucci, assente lunedì per impegni personali. L’ad, per non finire sotto i riflettori, ha scelto un’entrata secondaria. Domani, però, Pallottapotrebbe convocarlo per confermargli la fiducia. Ma Fenucci non ha gradito il ridimensionamento all’interno della struttura. Sarà, dunque, difficile trattenerlo quando lo chiamerà il Milan.