(M.Ferretti) Primi tre punti all’Olimpico, sfatato il tabù casalingo vecchio di quasi sei mesi eppure Zdenek Zeman non è assolutamente contento. Della prestazione, certo; non del risultato. E, forte della vittoria, approfitta dell’occasione per bacchettare in maniera durissima De Rossi e Osvaldo, lasciati in panchina in compagnia di Burdisso. Parole velenose, le sue «Ho già detto che con me possono giocare tutti: dipende dal loro atteggiamento, dalla loro voglia. Se ho schierato questa formazione vuol dire che in settimana è quella che ho giudicato di maggiore garanzia. Osvaldo per me è secondo solo a Totti per talento nella squadra, mentre De Rossi non lo devo certo presentare io ma questi giocatori importanti mi devono dimostrare che vogliono ancora dare qualcosa. Vorrei vedere giocatori con motivazioni perché le gerarchie degli anni precedenti io non le riconosco. Per me non contano: per me conta quello che vedo in allenamento. Vorrei che tutti pensassero alla squadra invece di pensare ai fatti propri», il suo virgolettato.
E ancora. «In questa settimana non mi hanno convinto, spero che dalla prossima lo faranno. Dipende da loro, non da me. Io posso solo aiutarli. Non basta chiamarsi in un certo modo per giocare, serve dimostrare la voglia sul campo in settimana, altrimenti io la domenica difficilmente li utilizzo. Non basta che mi dicano: te lo faccio vedere domenica. A me serve gente che abbia voglia di lottare. Burdisso? Vorrei venti giocatori con la sua mentalità e la sua applicazione. Ora non riesce a rendere al meglio, ma ne vorrei venti così».
Il boemo passa poi all’analisi tattica della partita/vittoria. «Siamo stati troppo passivi, questo è il problema. Non devo io insegnare a giocare a calcio, quello i calciatori lo sanno. Ma non riusciamo a giocare tutti insieme. La Roma è stata troppo bassa nel secondo tempo perché penso che eravamo preoccupati dopo Torino: se dietro non si prende coraggio è normale che poi i centrocampisti si abbassano. Dopo il gol eravamo più corti, ma più verso il basso che verso l’alto. Non abbiamo approfittato delle ripartenze, abbiamo avuto occasioni importanti per farlo ma bisognava giocare più corti. Nel secondo tempo la difesa è stata più alta e abbiamo sofferto di meno rispetto alle partite precedenti quando avevamo lasciato la palla all’avversario: stavolta abbiamo cercato l’anticipo e il contrasto. La cosa ci è riuscita, vorrei che ci riuscisse sempre. Abbiamo sbagliato qualche tempo di gioco, ma la squadra ha capito quello che dovrebbe fare e dovrebbe applicarsi per fare meglio». Per gli elogi occorre fare il nome di Marquinhos, diciotto anni, rapidità e personalità all’esordio da titolare. «L’abbiamo portato a Roma perché credevamo nelle sue qualità, ci ha conquistato per il suo atteggiamento. Ha personalità, è normale che abbia bisogno di tempo per acquisire esperienza». Nessuna bocciatura per Destro, rimasto ancora una volta a secco. «Ha lavorato tanto, gioca anche per il gol. Magari ancora non ha chiaro qualcosa, in partita ha crossato a vuoto. È un giocatore importante, è uno dei più grandi del campionato. Sfortunato per quella traversa, ma la prossima volta la butta dentro», la previsione di Zeman.