(S.Carina) Irascibile, burbero ma anche generoso, sorridente e affettuoso. Come quando domenica sera, al provvisorio pareggio contro il Genoa, ha alzato la maglia, esibendone un’altra con una dedica per la mamma: «Feliz dia Ma’, te amo». Osvaldo è fatto così: vivace, istintivo, orgoglioso. Un esempio? Sempre domenica sera a chi gli chiedeva se la doppietta fosse una risposta a Zeman, ha replicato che lui i gol li ha sempre fatti «anche prima di finire in panchina».
È forse per questo suo modo di fare così schietto che piace alla gente. Nella Roma dei bravi ragazzi, dei giovani che dopo una gara non vedono l’ora di regalare uno stucchevole «Forza Roma» su Twitter o che quotidianamente raccontano sui social networks ogni loro emozione o sospiro della giornata, l’uomo che rompe gli schemi affascina la folla. Senza contare, poi, che Osvaldo si è finalmente trasformato in un bomber. Confidenza con la rete avversaria l’ha sempre avuta, ma la regolarità con la quale sta segnando in questo avvio di stagione è un inedito: 8 gol in altrettante partite tra Roma e Nazionale. Cinque in quattro gare con la maglia giallorossa e contro il Genoa, prima doppietta romana. Difficile farne a meno.
Ne sa qualcosa Destro che arrivato come l’acquisto dell’estate sta scivolando lentamente in panchina. Se sulla fascia destra Lamela sta trovando quella continuità che con Luis Enrique gli era mancata, al centro Osvaldo – ramanzine a parte – è il titolare indiscusso. E se Zeman continuerà a pensarla come domenica sera – «Difficilmente vedremo Totti, Osvaldo e Destro insieme» – si profilano tempi bui per l’ex senese. Intanto oggi si sottoporrà all’ecografia per il problema al polpaccio destro che lo ha costretto al forfait contro il Genoa e solamente in seguito si valuterà se sarà o meno disponibile contro l’Udinese (per Florenzi, invece, leggero affaticamento muscolare).[…]