

(U. Trani) – «L’accusa che avete ricevuto è pesante per la vostra immagine, ma la nazionale vi può aiutare a ricostruirla. Potete dimostrare subito che non siete due scansafatiche». Cesare Prandelli si rivolge con affetto a Daniele De Rossi e Dani Osvaldo. Per fargli coraggio. Più che l’esclusione contro l’Atalanta, pesano le parole di Zdenek Zeman. Mirate a mettere in dubbio la professionalità del centrocampista e dell’attaccante. Il cittì li difende, conoscendoli bene. Sono due titolari, li ha allenati anche da tecnico di Roma, il primo, e Fiorentina, il secondo. Sa come si comportano quotidianamente quando c’è da preparare una partita. «Con me sono stati sempre disponibili, capaci di sostenere anche due allenamenti al giorno. Ora hanno la possibilità di rispondere a quell’accusa forte che gli è stata rivolta. Tirando fuori l’orgoglio per far vedere che non è assolutamente vera». Si schiera con loro, ma sta attentissimo a non andare contro Zeman. «Io non giudico la decisione del tecnico che sceglie in base a quello che vede. Ogni allenatore ha le sue ragioni perché sa quale è la temperatura della sua squadra. Se ha detto certe cose avrà avuto i suoi motivi. Conoscendolo, potrebbe essere una provocazione, come se avesse voluto stimolarli». Egoisticamente aggiunge: «Anche altri azzurri hanno preso posto in panchina: avrò giocatori più freschi per queste due partite delicate». Non a caso gli unici a lavorare in campo, con Bonucci e Giaccherini, sono stati i due romanisti: corsa leggera e scatti. «Qui, però, niente polemiche. Bisogna solo pensare a essere pronti tatticamente, tecnicamente e fisicamente. Chiedo serenità e intensità».Prandelli prepara la partita di venerdì a Yerevan contro l’Armenia e quella di martedì a Milano contro la Danimarca e al tempo stesso sistema alcune situazioni che appartengono ai singoli. L’umore pessimo di De Rossi e Osvaldo, ma pure l’eccessiva disinvoltura di Balotelli. «Ci sono rimasto male che abbia scelto, per farsi operare agli occhi, proprio la sosta del campionato per le nostre prime due partire di qualificazioni mondiali. Ho pensato anche di non chiamarlo, poi ho chiuso gli occhi, ho rivisto le sue prestazioni all’Europeo e ho capito che può essere utile in queste due gare così importanti. Così per l’ennesima volta l’ho convocato sperando che mi faccia vedere di voler diventare un campione e il suo attaccamento alla nazionale». Cassano, per ora, non rientra nel progetto. «A Gilardino posso dire che è qui per fare la quinta o la sesta punta, con Antonio non avrebbe senso. Se lui viene, gioca. Io devo puntare al rinnovamento, come ha fatto Del Bosque dopo aver vinto il mondiale, quando ha rinunciato al cinquanta per cento dei campioni. Ecco perché sono qui Verratti, El Shaarawy e Destro. Il primo può giocare anche davanti a Pirlo nel quadrilatero di centrocampo in cui tutti si scambiano le posizioni, nel nostro solito sistema di gioco. Ripartirò da quello. Candreva è la rivelazione. Da esterno. È riuscito in un ambiente difficile a farsi apprezzare e a recuperare un rapporto con i tifosi. Complimenti per il carattere. E che gioia rivedere Criscito in azzurro».