(Il Messaggero) – Una sentenza che farà discutere. La seconda sezione del Tribunale civile di Roma ha condannato l’AS Roma a versare a un abbonato (G.B.), a titolo di risarcimento, la somma di 5.000 euro per i danni morali subiti a causa della tessera del tifoso. In pratica viola la privacy.
La decisione dei giudici, la prima in Italia a riconoscere le ragioni dei supporter, ha ritenuto fondata l’azione promossa dagli avvocati Ricchiuto, Contucci e Adami che hanno puntato il dito contro il trattamento illegittimo dei dati personali contenuti nella modulistica per avere la tessera del tifoso.
E ora? Secondo il legale Contucci la breccia è aperta: «Dotarsi della tessera del tifoso è diventata condizione necessaria per poter sottoscrivere un abbonamento o comprare un biglietto per una trasferta. Il problema è che la Roma, come tutti gli altri club, ha associato alla tessera anche la funzione di carta di credito. Il tutto sulla base di una modulistica, praticamente identica per tutte le società, che già il Garante della Privacy aveva censurato con un provvedimento generale del 2010, perché non consentiva di comprendere chiaramente che fine facessero i dati personali, trasferiti alle società che gestiscono le carte di credito. È chiaro che questa sentenza apre una breccia importante che molti tifosi potrebbero seguire».