(Il Messaggero) – «Ironia e allegria permettono di raccontare storie con leggerezza, senza noia. È come un passaggio smarcante in partita, un mezzo bello ed efficace. È il più bello dei gol. La gente ha bisogno di sorridere». Francesco Totti spiega con queste parole, a Tv Sorrisi e Canzoni, cosa lo ha spinto a scrivere «E mò te spiego Roma», libro umoristico che ripercorre la storia della Capitale, e forse anche un po’ la sua. «È vero, a Roma mi chiamano anche gladiatore, credo però che il vero coraggio non sia legato ai ruoli o alla fama, ma a dire sinceramente ciò che si pensa. Ognuno, nel suo piccolo, può essere coraggioso»[…] Penso solo a giocare – sottolinea Francesco – Ho sempre nella testa la prossima partita, a ritirarmi non penso». E quando succederà sfiderà Falcao nel ruolo di ottavo re di Roma. «Facciamo che uno siederà sul trono nei giorni dispari e l’altro nei giorni pari». Infine, un consiglio economico-politico, «se l’euro dovesse fallire? Si potrebbe coniare un nuova moneta: il cucchiaio». A proposito di economia e di conti. Il Cda della Roma è all’insegna dell’austerity e né il presidente Pallotta né il suo predecessore DiBenedetto (oggi consigliere semplice), né il vice presidente Tacopina o il banchiere di UniCredit Fiorentino, percepiscono soldi per gli incarichi al vertice. Il compenso annuale massimo per l’intero Cda, si legge nella relazione, ammonterebbe a circa 1,28 milioni lordi.[…]