(A. F. Ferrari) Una giornata da campione. Una giornata da Marcos Cafu. Ieri il terzino campione d’Italia con la Roma nel 2001 ha vissuto 24 ore da vero numero uno quale è stato nella sua lunga carriera in cui ha vinto tutto quello che un calciatore professionista può vincere: due Coppe del Mondo, due Coppa America, due Coppe Libertadores, una Coppa Intercontinentale, una Coppa della Coppe, due Scudetti, due Supercoppe Italiane, una Champions League, una Supercoppa Europea e una Coppa del mondo per club.
La giornata di Cafu ieri è stata caratterizzata prima dell’evento organizzato a Roma da Unicredit: l’Uefa Champions League Trophy Tour, di cui l’ex terzino giallorosso è stato ospite insieme all’ex attaccante della Nazionale, Vieri. Poi dalla consegna, a Trigoria, della maglia ufficiale dell’Hall of Fame essendo Cafu uno degli 11 Famers eletti nella classe 2012. Maglia che il brasiliano non aveva potuto ritirare, per motivi personali, lo scorso 7 ottobre in occasione della cerimonia ufficiale organizzata dalla Roma allo stadio Olimpico prima della partita contro l’Atalanta.
Durante la conferenza stampa legata all’eveto organizzato da Unicredit, Cafu ha parlato anche della Roma e di Zdenek Zeman che ha avuto come allenatore nei suoi primi anni in maglia giallorossa: «Di lui ho un ricordo bellissimo. Non abbiamo vinto, ma abbiamo lottato dall’inizio alla fine, con un bel calcio, i giocatori si devono adattare al suo schema. Ci vuole del tempo – ha proseguito Cafu -. Vedrete che troverà la maniera per far vedere il suo gioco. Totti? È il più forte. È stato per me un compagno fantastico. Spero che possa continuare ad essere questo grande giocatore, e la squadra lo deve aiutare a essere questo».
In merito al suo inserimento nell’Hall of Fame giallorossa l’ex terzino giallorosso si è detto «contento e felice di essere tra gli undici più importanti della storia giallorossa. Un premio a quel lavoro fatto in quegli anni. Spero che possano tutti fare bene e fare la storia come è stata fatta da noi. Il ricordo più bello dello scudetto? La gente, le partite bellissime. Lo stadio pieno. Noi giocatori andavamo in campo felici e consapevoli di quello che dovevamo fare – le parole di Cafu -. Uno scudetto vinto con molto merito».
Poi un pensiero sulla nuova proprietà: «La società americana? È normale, il calcio moderno è così». L’ex terzino due volte campione del Mondo con il Brasile e unico calciatore ad aver disputato 3 finali dei mondiali (peraltro consecutive) ha poi detto la sua sulla squalifica dell’allenatore della Juventus, Antonio Conte, nell’ambito del calcioscommesse: «Ognuno deve pagare per gli errori che ha commesso». Nel corso della conferenza Cafu ha trattato altri temi: «Il giocatore più forte che ho marcato? Ronaldinho. La Champions League e la Coppa Libertadores sono due competizioni differenti ma entrambe ti portano a giocare la coppa del mondo per club. Io in Champions tifo le italiane».