(D.Giannini) Un bel disco, uno di quelli di una volta, uno di quelli in vinile, per essere ascoltato per bene doveva essere suonato alla velocità giusta. Se un 78 giri lo mettevi su un giradischi che andava a 33 o a 45, il suono usciva distorto. Ecco, il De Rossi di domenica sera è un gran bel 78 giri. Con una differenza fondamentale. Il 78 giri è il passato, è un pezzo d’antiquariato, un meraviglioso e nostalgico oggetto che resta però solo nella memoria di chi ha qualche anno sulle spalle. Daniele invece è il presente e il futuro della Roma e del calcio.[…]
Una dimostrazione di forza, di qualità e di carattere arrivata al termine di due settimane agitate. Nelle quali ha preferito restare in silenzio e parlare sul campo. Domenica sera ci ha messo un po’, come peraltro tutta la squadra, a ingranare la marcia giusta. Per una mezzora la Roma era al massimo a 33 giri. Poi la scossa, iniziata già a fine primo tempo e simbolicamente mostrata a tutti da Daniele con quella rincorsa all’avversario a centrocampo e con un’entrata perfetta: palla piena, poi il rimpallo sfortunato e una nuova entrata, stavolta fuori tempo e il giallo sventolato da Orsato.
Ma il cartellino non conta, conta la grinta di De Rossi, il suo furore, quello di un uragano. Hurricane, come la canzone che Daniele ha inserito al primo posto della play list dei suoi brani preferiti. La Roma da inizio stagione di settimana in settimana ne pubblica una: giocatori, dirigenti, tutti. Ieri è stato il suo turno, dieci canzoni piene di carattere come lui: ci sono i Led Zeppelin, i Red Hot Chili Peppers, i Metallica, Cat Stevens e i Pink Floyd. Ma in cima a tutto c’è l’Hurricane di Bod Dylan. Un brano lungo, otto minuti e mezzo, non casualmente. […]
Una grande canzone e una parola, uragano, che si adatta bene al modo di intendere il calcio di De Rossi. Un uragano che si è abbattuto sul Genoa, ma che a differenza degli uragani veri non ha portato solo devastazione, ma anche una musica. Quella suonata per 65 minuti dalla Roma.