(C. Zucchelli) – Nonostante la gioia per uno scudetto conquistato proprio lì, a Marassi, 29 anni fa, il campo del Genoa per la Roma è sempre stato un campo ostico dove di gol ne sono stati presi tanti, 70 in totale. Ambiente infuocato, attaccanti che sono difficili clienti come Immobile e, se dovesse recuperare, quel Borriello a cui la Roma paga ancora metà ingaggio, la partita di domenica sera sarà un altro test duro per la difesa giallorossa. A guidarla dovrebbero essere Castan, di rientro dagli impegni col Brasile, e il connazionale Marquinhos, che in nazionale ancora non ci va ma che è considerato dalla stampa del suo paese uno di quelli che, in chiave Mondiale, va tenuto d’occhio.E neanche poco.
La Roma, che lo seguiva da mesi, lo ha preso in estate in prestito dal Corinthians convinta di avere a disposizione un giocatore che farà molto parlare di sé. Zeman, dicono, se n’è innamorato prima su qualche dvd e poi sul campo dove lo ha colpito la sua rapidità, il senso dell’anticipo – elementi fondamentali per una difesa come quella del boemo – e una maturità sorprendente per un ragazzo che ha compiuto 18 anni soltanto a maggio. Questo aspetto era però già noto ai dirigenti romanisti che avevano avuto su di lui relazioni precise e dettagliate. Ragazzo semplice, molto credente – una delle prime cose che ha fatto appena arrivato a Roma è stato visitare il Vaticano – vive insieme alla fidanzata che lo ha raggiunto dal Brasile e che è la protagonista principale delle foto che posta su Twitter. Il rapporto che ha coi social network è molto stretto: racconta le sue serate, spesso e volentieri in compagnia dell’amico Dodò con cui è solito andare in un ristorante di Monteverde per mangiare la tipica cucina romana.
Carattere molto competitivo, in bacheca ha un campionato brasiliano e una Libertadores ma ne parla raramente. «Il passato è già passato – dice spesso – anche se il Timao è nel mio cuore». E infatti segue tutto quello che riguarda i suoi ex compagni e si tiene aggiornato tramite Internet. Si tiene aggiornato anche per quanto riguarda tutto l’universo Roma, gli avversari che i giallorossi affrontano e quello che si dice di lui in giro. L’obiettivo, come ha detto a Sky qualche giorno fa dopo l’esordio da titolare contro l’Atalanta, «è vincere lo scudetto. Lavoriamo per questo». Entusiasmo comprensibile il suo, entusiasmo di un ragazzo che si è inserito perfettamente nella nuova realtà tanto da parlare già un ottimo italiano che facilita il suo lavoro coi compagni: «È vero – ha ammesso – anche se poi in campo ci si capisce lo stesso». Uno con cui si capisce bene è Burdisso, che, almeno per ora, gli ha lasciato il posto: «Nicolas per me è importantissimo. Parliamo tutti i giorni e prima delle partite e da uno come lui c’è solo da imparare perché è un grande professionista»