(C. Zucchelli) – Prendere tre gol dall’Udinese. Anzi, prendere tre gol dalle riserve dell’Udinese che, non più tardi di giovedì, erano state umiliate a Berna dallo Young Boys.
Succede questo all’Olimpico nel posticipo della nona giornata. Succede che la Roma parte benissimo, gioca mezzora di alto calcio e poi si fermi. L’Udinese, allora, ne approfitta. Prima accorcia le distanze, poi, nella ripresa, pareggia e allo scadere, con un rigore a dir poco generoso assegnato dal pessimo arbitro Massa, con tanto di cucchiaio di Di Natale, ottiene i tre punti. E la Roma perde faccia e risultato. Dopo le due vittorie contro Atalanta e Genoa arriva il terzo ko in campionato e il 3-2 con cui l’Udinese si impone è la seconda sconfitta all’Olimpico, terra di conquista (un punto) anche per Catania e Sampdoria. E pensare che la serata era iniziata con una Roma così bella da scaldare i cuori dei 46mila dell’Olimpico, alle prese con freddo e pioggia. In campo c’è Dodò, per la prima volta, e si prende tanti applausi. I primi dopo 5’: dai e vai di Totti sulla sinistra, il brasiliano parte palla al piede, accelera, passa al centro per Osvaldo che apre a De Rossi sulla destra e si butta nello spazio. Il centrocampista pennella un cross morbido, colpo di testa dell’attaccante italo-argentino che Brkic è bravissimo a respingere.
Il grande protagonista è però Lamela: al 19’ Totti lancia – ancora – Dodò, il brasiliano arriva sul fondo, alza la testa, vede l’argentino solo e crossa preciso sulla testa del numero 8 che ha tutto il tempo di mirare ma manda fuori di un soffio. Il vantaggio è nell’aria ed è destino che lo segni proprio Lamela al 21’: Pjanic si inserisce, tira addosso a Brkic, l’argentino si ritrova il pallone tra i piedi, va sulla linea di fondo e da posizione impossibile mette il pallone in quello spazio sospeso nel tempo tra palo e portiere che solo i grandissimi sanno trovare. Due minuti e l’argentino si ripete, con un colpo di testa in tuffo su assist di Osvaldo. Prima doppietta per lui in campionato con la Roma (seconda totale dopo quella in Coppa Italia con la Fiorentina) e quinto gol stagionale. La Roma controlla la partita, i giocatori ci “stanno dentro” col gioco e con la testa, basti vedere Castan che quando, da terra, ferma Di Natale lascia partire un urlo di rabbia che si sente fino in tribuna. E il gol dell’Udinese, al 30’ con Domizzi sembra piuttosto casuale. I friulani però riprendono coraggio e da quel momento la Roma si spegne.
Si va al riposo con un solo gol di vantaggio, si rientra con gli stessi 22. E con la Roma che continua a soffrire e che al 5’ subisce il pareggio di Di Natale che al termine di un’azione flipper riceve da Armero e di tacco girandosi batte Stekelenburg. La Roma protesta per un fuorigioco dell’attaccante friulano (Osvaldo ammonito) ma arbitro e guardalinee convalidano senza dubbi. A complicare le cose ci si mette la pioggia, che inizia a scendere abbondante, ma ci si mette soprattutto la Roma, lontana parente di quella vista nella prima mezzora. Al 20’Pjanic, al primo e unico lampo della serata, manda in porta Osvaldo ma il suo destro termina abbondantemente alto. Tre minuti e anche De Rossi con l’esterno manda a lato. Zeman allora cambia ancora, per dare ancora più spinta, e toglie Pjanic per inserire Florenzi ma fino al 30’, quando un destro di Totti sfiora il palo, la Roma non riesce più a rendersi pericolosa. Ci prova ancora Osvaldo, ma la sua girata termina, ancora, a lato. Le due squadre cambiano ancora: Guidolin toglie Silva e mette Armero, che prima di lasciare il campo litiga con De Rossi, Tachtisidis (con cui già si era beccato durante la partita tanto che le telecamere hanno inquadrato un presunto sputo del giocatore colombiano) e Piris, mentre Zeman dà fiducia a Destro che inserisce al posto di Totti.
La mossa non subisce effetti, anzi: al 42’ contatto tra Castan e Pereyra in area, il giocatore dell’Udinese cade accentuando a dir poco la caduta, Massa dà il rigore su segnalazione dell’arbitro di porta Cervellera e Di Natale, con tanto di cucchiaio, batte Stekelenburg. L’arbitro dà soli tre minuti di recupero (cinque cambi, un rigore e anche un problema al suo sensore), l’Olimpico fischia ma non serve a nulla perché ormai non c’è più niente da fare. Anzi, c’è tempo pure per vedere l’espulsione di un nervosissimo Tachtsidis per proteste.