(C. Zucchelli) – «Per vincere su un campo così difficile come quello del Genoa, dove lo scorso anno abbiamo perso, dovremo essere perfetti, quasi al top. La partita di domani sarà complicata, ma se saremo al top possiamo vincere». Torna a disposizione dopo oltre un mese d’assenza Miralem Pjanic e subito, intervistato da Sky, traccia gli obiettivi della sua Roma a medio e lungo termine. Perché non parla solo dell’impegno contro la squadra di De Canio, ma parla anche di quello che si aspetta da questa stagione. E conferma quanto va dicendo dal primo giorno di ritiro a Riscone: «Possiamo arrivare tra le prime tre».
Ci crede, Pjanic, nonostante questo inizio di stagione stentato. Stentato per la Roma e stentato per lui, che dopo un precampionato più che positivo, è stato frenato da problemi muscolari e anche da un ruolo, quello di intermedio, che il bosniaco non sente suo. E a Sky non fa nulla per nasconderlo: «Nella Bosnia faccio il regista, è il ruolo che preferisco». Ama distribuire il gioco, magari con un interditore accanto. Nella Roma di Zeman questo atteggiamento tattico non è previsto: «Lo so – ammette ancora Pjanic – e infatti mi adatto. Se mi sento un titolare? No». Non ci si sente, eppure Zeman quando è stato bene lo ha sempre schierato. A Milano contro l’Inter era in panchina ma il boemo, nel post partita, aveva spiegato: «Se non avesse avuto problemi sarebbe partito dall’inizio».
L’allenatore lo considera forte ed intelligente e ritiene che possa adattarsi a giocare come interno, viceversa non pensa che possa essere schierato nel tridente d’attacco. E infatti non ce lo ha mai provato, come ha spiegato più volte. Contemporaneamente, Zeman ha aggiunto che il bosniaco e Totti devono agire in due zone di campo diverse. Proprio perché il Capitano non è un tipico attaccante esterno ma interpreta il ruolo a modo suo, spesso indietreggiando a prendere il pallone per lanciare i compagni, con Pjanic c’è il rischio di pestarsi i piedi.
E allora Zeman, per non rinunciare a nessuno dei due, ha sposato Miralem dall’altra parte del campo. Se questo si ripeterà anche domani a Marassi non si può sapere. Perché la presenza del bosniaco dall’inizio è tutto tranne che certa. Con De Rossi e Tachtsidis che dovrebbero avere una maglia senza problemi, Pjanic e Florenzi – con Bradley più indietro – si giocano un posto. E in questo momento sembra difficile rinunciare al pilastro dell’Under 21, nonostante sia tornato piuttosto stanco dal doppio impegno con la nazionale di Mangia. Pjanic, al contrario, è più fresco, avendo giocato per poco più di un’ora martedì contro la Lituania. Match, quello di qualificazione mondiale, in cui è stato decisivo con un gol e tante giocate importanti. A Trigoria, adesso, si aspettano che faccia lo stesso con la Roma: «Questa maglia per me è importantissima. Ho dato sempre il 100% e voglio continuare così».