(D. Giannini) – Il disorientamento dei tifosi per il non certo esaltante inizio di stagione della Roma è soprattutto una questione di gioco. Quello che latita, quello che il ritorno di Zeman sembrava porre come certezza. Non è tanto una questione di risultati. Nel senso che la gente era preparata anche all’idea di qualche scivolone. Anche se, magari, dopo la sosta invernale, non al pronti via del campionato.
Perché nell’immaginario collettivo le squadre di Zeman a settembre macinano punti su punti. Una mezza verità. Nel senso che non sempre è stato così e non sempre un buon avvio ha poi significato un grande risultato finale. E viceversa. Il confronto immediato, quello più semplice è con il Pescara che solo pochi mesi fa chiudeva al primo posto davanti al Torino e davanti di 16 punti alla Sampdoria che poi verrà promossa coi playoff. Bene, quella squadra pirotecnica, capace di segnare 90 gol in 42 partite, alla sesta giornata di campionato aveva appena 9 punti in classifica, vale a dire uno in più della Roma attuale […]
E allora bisogna andare indietro negli anni, fino alla stagione 1989-1990, quando di fatto nacquero il Foggia di Zeman e Zemanlandia. Anche quella, come a Pescara, era serie B. All’epoca c’erano ancora i 2 punti a vittoria, ma per facilitare i confronti facciamo finta che ci fossero i 3 punti (e lo faremo anche per tutte le altre stagioni). Bene, in 6 partite quella squadra che poi avrebbe insegnato calcio a tutta Italia fece solo 7 punti. […]
Certo, era il Foggia ed era il primo anno sulla grande ribalta. Ma il campionato successivo cominciò anche peggio: 3 sconfitte nelle prime 3 partite. Addirittura 4 nelle prime 5 e soli 4 punti, salvo poi tornare a far vedere il calcio che conosciamo. Migliore, è vero, lo score di Zeman negli anni nella Capitale, sia alla Roma sia alla Lazio. Ottimi avvii, non però devastanti: 11 punti al primo anno in biancoceleste (quando poi arrivò secondo), 12 al secondo. Proprio come nel primo in giallorosso contro i 10 del secondo. Ovvero il campionato 1998-1999 che, sotto l’aspetto dei risultati (non del gioco), assomigliava parecchio a quello attuale. Due punti di differenza che basterebbe andare a cercare ad esempio nella terza giornata di campionato. Allora ci fu il 2-0 sul Venezia creato in 15 minuti del primo tempo e tenuto fino alla fine. Stavolta il 2-0 col Bologna gettato alle ortiche […]
Insomma, una Roma che pare dover ritrovare il gioco zemaniano prima ancora dei risultati. Quelli poi verranno di conseguenza. Ah, per la cronaca: sia la Roma del ’98 sia il Pescara del 2012 alla settima giornata vinsero segnando tantissimo. Magari può bastare per far spuntare un piccolo sorriso in vista di domenica.