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IL TEMPO Il concetto base non cambia, il resto si

Zeman

E che uomini. Il boemo non usa giri di parole su De Rossi. «Non so – racconta – se il suo problema sia fisico, ma finora in campionato non ha giocato da De Rossi. Non gli piace il mio gioco? Il gioco lo fa lui, non io». A memoria, nessun allenatore aveva mai osato tanto con «Capitan futuro». I due si erano già «scontrati» sulle potenzialità della squadra, salvo poi chiarirsi a Trigoria. «Non abbiamo litigato e non ho sentito – prosegue il boemo – quello che ha detto Daniele a Torino. Chi gioca nella Roma deve avere voglia di vincere e credo che lui sia un vincente».

Da un senatore all’altro, l’affondo del tecnico su Burdisso è altrettanto severo. «Il suo problema è tattico: non crede tanto in quello che si deve fare. L’argentino fatica a tenere la linea difensiva «alta» come la vorrebbe Zeman. «È abituato a giocare da 15 anni in un certo modo e non è facile cambiare. Lui si applica e spero migliori». Intanto oggi rischia di perdere il posto a vantaggio del 18enne Marquinhos. «Mi piace, ha più scatto rispetto a Burdisso e Castan. Può giocare – conferma Sdengo – così come tutti i componenti della rosa. Non so cosa siano le esclusioni eccellenti». Il bocciato di turno in attacco potrebbe essere Lamela. Anche a lui Zeman non le manda a dire. «Mi aspettavo di più da lui, ha problemi con la porta avversaria, si deve abituare a buttarla dentro. Il suo unico problema è chiudere l’azione». Mica poco per un attaccante.

Più dolci le parole dell’allenatore verso Stekelenburg, «ho fiducia in lui, per me è un ottimo portiere e non ha colpe sul primo gol della Juventus», e Perrotta: «Abbiamo provato a puntare su giocatori più giovani, lui ha fatto molto bene quando l’ho messo dentro nel momento di difficoltà. Gioca con l’Atalanta? Può essere proponibile».Il boemo, poi, sottolinea come «dopo la sveglia che abbiamo preso a Torino i ragazzi hanno lavorato meglio: io chiedo dal primo giorno comportamenti, voglia di migliorare, proporsi e lottare per qualcosa. E per competere bisogna impegnarsi». Sarà arrivata la scossa? Anche Pallotta, con le buone maniere, ha provato a dare il suo contributo.

«Sono contento – riconosce Zeman – che è arrivata la proprietà e ha fatto vedere l’interesse a voler crescere. A me non hanno fatto mai mancare nulla finora. Pallotta non mi ha chiesto niente ma come tutti i presidenti vorrebbe una squadra che va bene». Sulle pressioni esterne sottolineate da Baldini il tecnico non è sorpreso. «La città è sempre la stessa:quando c’ero io quindici anni fa la Roma di Sensi veniva attaccata». Stavolta il boemo non ha voglia ed energie per alimentare la polemica con la Juventus«La squalifica ridotta di Conte? Se il tribunale ha fatto questo vuol dire che le motivazioni ce l’ha». Ora è giunto il momento che la Roma trovi le sue di motivazioni.

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