(A.Austini) Un punto d’incontro. È nata così la migliore prestazione della Roma di Zeman, certificata dalla rimonta spettacolare a Genova dopo il terribile approccio alla partita. Giocatori sacrificati alla causa del boemo, ma liberi di interpretare i rispettivi compiti, adattandoli alle proprie caratteristiche. Più che un compromesso, una mediazione che il dogmatico Zeman non ammetterà mai. Accettarla, però, è un segno d’intelligenza. Su impegno e allenamenti non si transige, sul ruolo si può discutere e variare qualcosa. E così è stato a Genova. Dal Totti libero di arretrare, accentrarsi, aprire spazi e mandare in porta ai compagni a un De Rossi regista aggiunto pur partendo da destra, fino a Castan che dopo il gol del 3-2 ha deciso di tenere la linea difensiva più «bassa», lo spartito di Marassi è stato arricchito dai solisti. Dal 15’ in poi la Roma ha tirato fuori i marchi di fabbrica zemaniani – corsa, baricentro alto e sovrapposizioni – senza soffocare il genio dei singoli.
Se il capitano va a briglie sciolte sin dall’inizio della stagione, la novità più significativa è De Rossi, osservato speciale insieme a Osvaldo. Con 78 passaggi riusciti a Genova il centrocampista azzurro è risultato il migliore dell’ultima giornata di serie A, un dato che conferma una «revisione» del ruolo. De Rossi è stato più playmaker che intermedio e si è sdoppiato per supportare il timoroso Tachtsidis. Ma per Zeman il greco non si tocca e la cosa continua a convincere pochi fuori e dentro Trigoria. Anche perché in questo assetto non riesce a trovare spazio Pjanic, al momento considerato alternativa a Florenzi. De Rossi stesso resta piuttosto scettico e si porta dietro le scorie di quanto accaduto prima, durante e dopo Roma- Atalanta. Con Zeman non c’è stato alcun chiarimento, ma almeno è arrivato il disgelo aspettando che De Rossi prenda la parola in pubblico. Intanto la società ieri ha pubblicato la sua playlist musicale, con gusti molto «brit».
L’esperto in materia, Osvaldo, ha risposto ancor meglio alla scossa di Zeman. Personalità sfoggiata prima in campo e poi davanti alle telecamere, con cinque gol in quattro partite giocate è lui il centravanti inamovibile. Al rientro toccherà a Destro trovarsi una collocazione. E non sarà facile: Lamela è in netta crescita. Il boemo continua a guardare al complesso. Con fiducia. La sua filosofia si sposa al 100% con quella societaria ed è scritta in quattro lingue nello spogliatoio dell’Olimpico: «I giocatori vincono le partite, le squadre vincono i titoli». Uno slogan mutuato dai Boston Celtics di James Pallotta. Lo Zeman educatore salirà in cattedra giovedì al «Festival dell’intelligenza collettiva» organizzato a Garbatella, mentre il dg Baldini lo ha fatto ieri a Coverciano con una lezione rivolta agli aspiranti direttori sportivi dopo quella di Sabatini. I professori romanisti.