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LA REPUBBLICA Zeman cambia formazione, adesso a rischiare sono i big

Osvaldo Totti

(M. Pinci) La beffa maggiore, per i dirigenti della Roma di oggi, è dover ascoltare la lezione dell’ex presidente Rosella Sensi. E senza poter replicare. Il processo è iniziato. E quando martedì, in attesa del presidente Pallotta, i vertici del club terranno la squadra a rapporto per quella che, a tutti gli effetti, somiglierà a una resa dei conti, anche Zeman dovrà parlare. Con i giocatori, soprattutto. Perché troppe cose, al boemo, non sono piaciute dell’atteggiamento dei suoi. E al di là dell’impietoso 4-1 subito dalla Juventus che, al primo giorno di ottobre, sembra aver già messo una lapide sulla stagione della Roma. A deludere il tecnico è stata una evidente anarchia tattica. In campo prima Taddei, poi anche Totti e Osvaldo, hanno assunto iniziative autonome: l’esterno ha scelto di non staccarsi per provare a proteggere in difesa dopo il 3-0 nonostante le indicazioni dell’allenatore, i due attaccanti hanno deciso di invertirsi la posizione prima di essere richiamati ai ruoli originari. E poi Burdisso, che da tempo ha manifestato al tecnico scetticismo sulla linea di difesa alta, o De Rossi, forse il centrocampista che meno ha digerito la idee tattiche del boemo.

E allora, già con la Samp Zeman potrebbe scegliere di cambiare, senza guardare in faccia nessuno: persino alcuni “big” rischiano il posto. Perché Zeman vuole in campo soltanto giocatori convinti di seguire al 100 per cento la sua idea di calcio, perché la macchina romanista torni (inizi) a produrre gioco. Addirittura impietoso sin qui il confronto con Luis Enrique: in 5 gare giocate (escluso ovviamente lo 0-3 a tavolino sul Cagliari, che la corte federale potrebbe decidere di annullare), 3 punti in meno, 5 contro 8.

Anche Rosella Sensi, alla Rai, ha dato lezioni alla New Roma: «Zeman mi piace, ma Montella è un buonissimo allenatore. Avrei fatto altre scelte. Pur rispettando la nuova politica della società, forse non avrei preso tutti questi giovani. E certe dichiarazioni di Baldini che stridono con la carica che uno dovrebbe avere prima di Juve- Roma non le capisco». A Trigoria sono piaciuti meno gli attacchi di De Rossi a Zeman («Chi parla di scudetto fa il male della Roma») e il nervosismo di Osvaldo verso Lamela nello spogliatoio («Perché non corri»), prima di stringergli la mano sul pullman.

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