(F. Balzani) – Il silenzio di De Rossi, la rabbia di Osvaldo, la disobbedienza di Pjanic e i nuovi dilemmi di formazione. È stata una domenica di riflessione per Zeman, che tra 48 ore si ritroverà di fronte i nazionali «ribelli». Il faccia a faccia più delicato resta quello con De Rossi, autore del suo 12˚ gol in azzurro (solo Rivera tra i centrocampisti azzurri ha fatto meglio nel dopoguerra) proprio giocando da intermedio, come vuole Zeman. Il problema però non è solo tattico: le parole del tecnico hanno ferito il giocatore e tra i due è sceso un gelo che potrebbe portare il centrocampista a fare le valigie. Oltre al cattivo rapporto con Zeman, a De Rossi pesa l’indifferenza della società e quella di gran parte della tifoseria.
Anche in nazionale i suoi compagni gli consigliano di cambiare aria el’amico Balotelli non fa che parlargli bene del Manchester City. La Juve, invece, continua a sondare il terreno per Osvaldo che su Twitter si è lasciato andare ad un «elogio della normalità», definita «affascinante».L’italo-argentino contro il Genoa rischia di restare fuori di nuovo, visto che sia Destro sia Lamela in queste ultime settimane sono entrati nelle grazie di Zeman.
E si avvia all’ennesima panchina anche Pjanic (altro scettico riguardo i metodi zemaniani) che per la terza volta in meno di un anno ha deciso di scendere in campo con la Bosnia nonostante sia reduce da un infortunio muscolare. Curioso poi il fatto che Pjanic abbia disputato più minuti con la sua nazionale che con la Roma (168 contro 138). «Si è allenato regolarmente, quindi giocherà con la Lituania (domani, ndr)», ha dichiarato il ct della Bosnia Susic, gelando le aspettative della Roma che aveva chiesto alla federazione bosniaca e al giocatore di evitare rischi. Una notizia accolta con parecchio fastidio dalla dirigenza che potrebbe decidere di punire Pjanic per il quale in estate ha rifiutato un’offerta di 25 milioni dal Barça (ancora interessato) e che oggi fatica addirittura a trovare un posto da titolare nel centrocampo di Zeman.