(F. Balzani) – «Eh già, io sono ancora qua». A rivedere Simone Perrotta nella formazione titolare nell’allenamento di ieri vengono in mente le parole di Vasco Rossi: 35 anni compiuti il 17 settembre, 385 presenze in serie A e un Mondiale vinto da protagonista nel 2006; il centrocampista di Ashton si prepara alla terza rinascita della sua carriera che quest’estate sembrava lontana da Roma. Perrotta ha rifiutato le offerte di Siena, Chievo e Palermo e ha preferito chiudere il suo contratto con la maglia che gli ha regalato più soddisfazioni e con la quale già in passato aveva vissuto un momento difficile. Era il 2006 e Perrotta veniva da una stagione tormentata. L’arrivo di Spalletti e il nuovo ruolo da trequartista atipico lo consacrarono come uno dei migliori centrocampisti in circolazione e Lippi ne fece una colonna portanti della sua nazionale. Neanche il mancato invito alla tournèe americana di luglio, quello al secondo ritiro di Irdning e l’esclusione dalla lista dei convocati nelle prime 2 partite hanno però minato la sua voglia di rinascita di SuperSimo. «Ma che fine hai fatto?», gli chiedevano i tifosi a Trigoria. Lui rispondeva con un sorriso. Insieme agli altri epurati ha lavorato duro senza mai creare la minima polemica. E ha aspettato il momento giusto nella giornata più brutta. Il suo ingresso a Torino ha convinto Zeman: ora serve il carattere di Perrotta. Ieri nella partitella di 70’ il boemo lo ha impiegato per un tempo con la formazione titolare al fianco di De Rossi e Florenzi e domenica contro l’Atalanta potrebbe regalargli l’esordio stagionale all’Olimpico (è in ballottaggio con Bradley). L’altra sorpresa potrebbe arrivare in difesa: provata la coppia Castan-Marquinhos con Piris e Balzaretti ai lati.